
“Loris mio grande amore, faccio tanta fatica a scriverti. La tua assenza è un vuoto incolmabile, un dolore lancinante una ferita aperta quotidianamente a cuì non darò mai la parola rimarginata”, inizia così la lettera di Veronica Panarello, la donna condannata a 30 anni in primo grado, perché accusata dell’omicidio del figlio Loris Stival. Mentre si avvia verso la sentenza il processo d’Appello contro Veronica, ricorre infatti oggi il terzo anniversario della morte del bimbo, avvenuta il 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina.
Queste le parole di Veronica Panarello rivolte al figlio: “I ricordi non bastano più e poterti riabbracciare è un desiderio fortemente sentito, non ci sei più ma io continuo a negarlo a me stessa perchè accettarlo è impensabile. Sono trascorsi tre anni ma tu sei sempre presente nel mio cuore, nella mia mente e non c’è istante nella mia quotidianità in cui non ti senta al mio fianco, vorrei che tu mi prendessi per mano e mi conducessi dove il tempo non esiste per poter ricevere da te quel bacio che mi lasciava le guance umide”.
La donna, nel corso di vari interrogatori, ha tentato di coinvolgere il nonno paterno del bambino, col quale la donna sosteneva di avere una relazione amorosa. Per l’occasione, anche il padre di Loris Stival, Davide, ha scritto una lettera al figlioletto che non c’è più. Davide Stival, che ha chiuso ogni rapporto con Veronica Panarello, ha chiesto il divorzio e nelle prossime settimane dovrebbe arrivare la sentenza. Intanto oggi sarà celebrata una messa in ricordo di Loris Stival.
GM