“Devono lavorare, basta elemosina”. Don Mariani contro migranti e rom

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(Websource/archivio)

“Non so voi, ma io ho provato grande disagio in questi giorni della novena delle Grazie a entrare in chiesa, dovendo passare attraverso un cordone di questuanti dislocati sul sagrato, sul portone, dentro la bussola e anche nella chiesa stessa. Strattonavano malati e anziani”.

Inizia così il messaggio di Don Francesco Carmelo Mariani, parroco della Chiesa di San Giuseppe a Nuoro, in Sardegna. Nel suo editoriale “Cercansi pidores per avere dignità” scrive: “E come li dovrei chiamare? Dire zingari non è mica offensivo! Mi infastidisce che devastano l’accampamento di Pietrosardo e lo trasformano in discarica e sono contrariato dagli extracomunitari che chiedono, davanti all’ ingresso del market, l’euro del carrello”. E prosegue: “In un supermercato, un extracomunitario mi chiede il carrello per parcheggiarlo, ero il numero 403. Un euro per ogni carrello fa una bella cifra. Lo Stato, cioè Pantalone, spende 35 euro al giorno per alloggio, vitto, vestiario, ricariche telefoniche e sigarette. Poi li incontriamo a fare gli accattoni. Non sono razzista, ma provo rabbia per l’anziana che va in banca, alle poste, e si trova davanti un giovanottone che chiede soldi, pretende, insiste”.

Insomma, non risparmia nessuno Don Mariani, ma scatena sul web un vero e proprio dibattito che lo etichetta in breve tempo come il Salvini di Sardegna oppure chi gli consiglia di farsi la tessera onoraria di Casa Pound. Contrariato l’ex assessore comunale alle Attività produttive, Francesco Guccini: “Questo sacerdote che in quegli extracomunitari vede avanzi di galera bivaccare a Nuoro con 35 euro di sussidio al giorno ma non si interroga sulla necessità di impiegare 150 mila euro di offerte per rifare l’altare di una chiesa”. Tanti però sui social, si schierano dalla parte del prete di Nuoro con messaggi di stima e affermano: “Ormai chiedere il ripristino della legalità significa razzismo”, Paolo Mulas. “Ottimo don Mariani, finalmente uno stop al falso buonismo”, inviato da Francesco Nieddu. Mondo diviso quindi, attorno le parole del Don ribelle, che non perde modo di replicare. Queste le sue dichiarazioni ad una rivista, Ortobene, già in edicola: “Sono contento che finalmente si inizi a parlare di accattonaggio. Accogliere vuole dire pure far rispettare le leggi di chi ti accoglie. Trasgredirle è un reato a prescindere dall’ identità etnica. Nelle campagne ora c’è la raccolta delle olive: perché non andate a lavorare invece di allungare la mano?”. Non molla Don Mariani la sua battaglia personale, va dritto per la sua strada. Chi lo ama lo segua.

GVR