
Si è scatenata una bufera intorno ad una scuola di Milano, l’Istituto comprensivo Fabio Filzi. Come riporta anche l’Ansa la scuola sarebbe così piena di alunni stranieri che le famiglie italiane avrebbero deciso di togliere i propri figli dall’istituto. Una docente che ha voluto rimanere anonima ha raccontato che una famiglia si è lamentata dicendo che i figli sono tornati a casa e parlavano arabo: “Lo hanno imparato dai compagni di classe, che tra loro comunicano così perché i maghrebini sono l’etnia prevalente”. Il preside Domenico Balbi spiega: “I genitori italiani si rifiutano di iscrivere i loro figli qui tanto che non riusciamo a formare un numero adeguato di prime classi nella primaria. Eppure siamo un polo d’eccellenza per l’autismo, ma invece passa il messaggio di una scuola-ghetto”.
Una ricerca del Politecnico di Milano riportata dal Corriere della Sera fa capire meglio la situazione: “Negli ultimi 15 anni è esplosa una vera ‘segregazione social’, fenomeno che il Politecnico ha indagato con un dossier: scuole dove l’inclusione appare difficile, e l’equilibrio salta per la scelta delle famiglie italiane di ‘fuggire’ da questi istituti”. Nelle scuole milanesi è in atto una “segregazione sociale ed etnica “. Nell’Istituto Filzi, che si trova in zona Corvetto, “su 26 bambini, 22 sono stranieri, di origine straniera o italiani con un genitore straniero”. Sempre in forma anonima alcuni genitori parlano poi di atti di bullismo frequenti commessi da alunni “provenienti dal vicino campo nomadi”.
“Qui siamo sotto assedio – racconta una mamma -. Solo la scorsa settimana un nomade è venuto a scuola intimando agli insegnanti di dire quale bambino aveva litigato con il suo, tanto che adesso il piccolo da alcuni giorni non viene perché i genitori hanno paura che possa capitargli qualcosa”.
F.B.