Omicidio Orlando: il fidanzato manda una lettera ai genitori di Nadia

Omicidio Orlando
(Websource/Archivio)

Una discussione accesa si trasforma in un litigio ed in un momento di rabbia accade l’impensabile, in questo modo Francesco Mazzega (36 anni) ha giustificato l’omicidio della fidanzata Nadia Orlando (21 anni). Era l’1 agosto quando l’uomo portava il cadavere della ragazza nel bagagliaio fino alla caserma dei carabinieri di Palmanova (Udine) e confessava il suo terribile reato. In seguito all’accaduto è stato fatto l’esame autoptico sulla vittima che ha in parte sconfessato quanto dichiarato dall’uomo: questo infatti aveva dichiarato di avere ucciso Nadia strangolandola, ma l’autopsia ha mostrato che la ragazza era morta per asfissia.

A fine settembre, due mesi dopo i fatti di Palmanova, il Tribunale di Trieste ha deciso di accogliere la richiesta di arresti domiciliari presentata dai legali di Mazzega. La decisione del giudice è stata presa in seguito all’analisi del profilo psicologico dell’uomo, apparso disturbato ed incline ad atti di autolesionismo. La scarcerazione, sebbene temporanea (il processo deve ancora concludersi), ha suscitato l’indignazione dei familiari della vittima e del web che hanno cercato di farla revocare attraverso ad una petizione online su ‘Change.org’.

Due mesi dopo la scarcerazione Francesco Mazzaga ha compiuto un altro passo che è destinato a fare discutere: il padre di Nadia, Andrea Orlando, ha infatti dichiarato al ‘Messaggero Veneto’ di aver ricevuto dai legali dell’assassino di sua figlia una busta bianca in cui sono contenute delle parole di scusa. Un atto coraggioso che mostra ancora una volta il pentimento dell’uomo, ma che per il momento Orlando non è disposto ad accettare: “Non l’ho tenuta in mano. Non l’ho ancora toccata, e non so nemmeno quando la toccherò. Non so dove la metterò”, dice l’uomo che infine aggiunge: “Questo è il segnale definitivo che mia, che nostra figlia, non c’è più. Dopo 120 giorni ci viene inviata una lettera: non ci sono parole. Sarà la gente a giudicare come ci possiamo sentire dopo centoventi giorni. Non posso immaginare cosa ci sia scritto. Ognuno farà le sue supposizioni”.

F.S.