
Davanti alla legge, non c’è età che possa far cambiare azioni da parte degli organi competenti. Una donna anziana, con ben 93 primavere sulle spalle e sua figlia, di 62 anni, sono state sloggiate dalla propria abitazione di Borgo Bovio, in provincia di Terni, da Polizia e ufficiali giudiziari al seguito con tanto di sfratto esecutivo in mano. Storia triste e piena di imbarazzo anche per gli addetti preposti a tale esecuzione. Veniamo al punto. La donna, Maria, ex insegnante di buona famiglia, colta e tutt’ora nelle piene capacità mentali, viveva a Roma con la figlia oggi 62enne di nome Cristina, esperta in traduzioni scientifiche. Avevano una casa nel cuore della capitale, in Via Frattina, fino a quando, a causa del drastico aumento d’affitto (triplicato), sono state costrette a cambiare alloggio ma soprattutto città, dove potevano vivere con dignità, con i soli 600 euro di pensione percepiti dall’anziana signora. Dopo un periodo iniziale di ambientamento, difficile, ma dovuto, sembravano procedere bene le cose, fino a 18 mesi fa, cioè da quando sono state costrette a vivere in condizioni estremamente disagiate. Senza acqua e senza luce. Per lavarsi usavano le fontane pubbliche, come illuminazione avevano delle torce. Incredibile vero?
Quello che si percepisce è che le due donne non avevano problemi a pagare, chiedevano solo di remunerare il giusto. “Sono vittima della legge sui patti in deroga”, afferma Maria esprimendo lo sconforto per questa sua situazione. Mamma e figlia, in presenza del loro avvocato, Norma Festucci, si lasciano andare a emozionanti dichiarazioni. Queste le parole di Cristina:”Siamo state vittime di un’agenzia immobiliare e con noi è stato raggirato anche il proprietario dell’appartamento. Firmammo il contratto in agenzia due anni fa, pagammo 1350 euro convinte di aver pattuito un affitto secondo le regole. Un canone mensile da 360 euro che potevamo pagare senza difficoltà. Purtroppo non è stato così. La copia di quel contratto non l’abbiamo mai ricevuta”. Quello che emerse dai controlli, è che il proprietario dell’immobile, contratto e soldi dell’affitto non li ha mai visti, tanto che le utenze sono rimaste sempre intestate a lui. E dopo un paio di mesi aveva invitato le due donne, convinto di stare nel giusto e non avendo ricevuto il canone pagato all’agenzia, a lasciare l’appartamento. Qualche mese dopo il distacco di acqua e luce. Da incubo.
E mentre la Polizia procede a liberare l’appartamento, Maria a 93 anni compiuti, dimostra di non voler mollare: “Oggi sto vivendo io questa situazione drammatica, con grande dignità, preparo le mie cose per andare in albergo, ma la mia storia è comune a tante altre famiglie che non hanno voce, che magari per vergogna non hanno la forza di uscire allo scoperto. Quello che stiamo vivendo purtroppo capita a tanta gente, tra l’indifferenza generale. E va raccontato perché altri non debbano ritrovarsi a combattere con situazioni drammatiche come la nostra”. Vero. Brava Maria, sei un esempio. Era l’ora di pranzo quando le due donne sono salite su di un taxi che le avrebbe accompagnate nel residence dove verranno ospitate per un periodo, fino a quando non si troveranno un’altra sistemazione, definitiva. La richiesta, curiosa e lecita che hanno fatto mamma e figlia, è di poter portare con loro in albergo, i due cani a cui sono molto affezionate. Richiesta accontentata, ovviamente. L’avvocato Norma Festucci si è presa a cuore la triste vicenda che stanno vivendo Maria e Cristina tanto che, nella serata di ieri, ha preso contatti con il Nai, il servizio di polizia locale di Trastevere che affronta le emergenze di chi si ritrova senza un tetto. E Maria conclude cosi: “Abbiamo una disponibilità mensile per poter trovare una sistemazione dignitosa, non chiedo tanto. Spero solo di poter presto dormire nel mio letto, di poter avere due stanze sufficienti ad ospitare noi due e i nostri amati cani”. Speriamo si risolva nel miglior modo possibile questa assurda vicenda.
RGV