
Ieri i dipendenti dell’Ikea di Corsico (Milano) hanno scioperato per 8 ore per protestare contro il licenziamento della loro collega Marica Ricutti e per chiederne l’immediato reintegro. La nota azienda svedese aveva licenziato la donna perché non avrebbe rispettato i turni di lavoro incurante del fatto che la 39enne sia separata e debba badare ai due figli di 10 e 5 anni, con quest’ultimo disabile. Dopo 17 anni di lavoro all’Ikea è stata licenziata in tronco perché la sua particolare condizione di difficoltà non le consentirebbe di poter lavorare alle 7:00 del mattino.
L’Ikea ha spiegato che “negli ultimi otto mesi la signora ha lavorato meno di una settimana al mese”, si era “autodeterminata l’orario di lavoro” e aveva fatto continue assenze. I colleghi però continuano a difenderla e spiegano: “Di recente la vita si è accanita particolarmente su di lei. Per il bambino, che necessita di terapie e riabilitazione, ha la 104, ma negli ultimi mesi le è morto il padre e la madre ha subìto un trapianto. Alla fine anche la sua energia ne ha risentito, non era al meglio e si vedeva. Ma è sempre stata determinata e ambiziosa sul lavoro”.
Una collega che da sempre lavora con Marica spiega: “C’è stato un grande cambiamento, in peggio. Lavora da noi da 17 anni e posso dire che si è sempre data da fare. Anche occupandosi dei due figli è riuscita a laurearsi in Scienze dell’Alimentazione, voleva fare carriera nel reparto Food e ne aveva avuto anche l’opportunità. Era nel bistrot, ma questa estate i responsabili le hanno proposto una promozione a coordinatrice del ristorante. Aveva accettato, ma chiedendo di non vedersi gli orari stravolti proprio per le necessità del figlio, che tutte le mattine doveva fare terapia”.
Secondo la collega Marica chiesto un cambio dei giorni lavorativi ma nessuno dei dirigenti le è venuta incontro. L’azienda, che sottolinea come i turni vengano fatto da un algoritmo che tiene conto di orari, festività e variabili come le condizioni climatiche o gli arrivi degli stock merci, ha un’altra spiegazione: “Non è pensabile che nel 2017 si possano ancora fare a mano i turni di 6500 persone. La prassi dei cambi di turno tra colleghi concordati con i responsabili è normale tanto che se ne registrano nel solo centro di Corsico con 450 dipendenti ben 1800 al mese”.
E su questo anche la collega sembra confermare: “E’ normale che un algoritmo dimentichi il fattore umano”, ci dovrebbe essere sempre “qualcuno con il dovere di ricordarlo”.
F.B.