
Si riapre clamorosamente il caso della strage avvenuta sulle strade dell’Irpinia la sera del 28 luglio del 2013. Quel maledetto giorno un bus precipitò sfondò il guard-rail e volò giù dal viadotto Acqualonga all’altezza di Monteforte Irpino sulla Napoli-Bari provocando la morte di 40 passeggeri quasi tutti provenienti da Pozzuoli. Ora un nuovo video mostrato in aula dai consulenti tecnici della difesa apre uno scenario completamente diverso sull’intera vicenda e potrebbe smentire le ricostruzioni fatte fin qui dalla Procura di Avellino.
I fronti caldi sono due. Il primo riguarda il motivo per il quale il bus potrebbe aver dovuto improvvisamente deviare la propria corsa. Nel video, come spiega Sergio Pisani, difensore di Gennaro Lametta (proprietario del bus), infatti si vedono due auto prima del bus sul viadotto: una traina l’altra. E’ possibile che il traino si spezzi e il bus sia costretto a deviare a sinistra. Una manovra che poi provoca il drammatico incidente.
Il secondo è la velocità dell’impatto contro il guard-rail. In questo caso sono i legali della società autostrade a sottolineare l’anomalia nella ricostruzione della Procura. Secondo loro la velocità con cui il mezzo ha impattato contro le barriere autostradali era di almeno 15 km/h in più rispetto a quanto valutato dalla prima perizia del pubblico ministero. “Da un modello sbagliato, come quello adottato dai tecnici della Procura di Avellino, nascono conclusioni sbagliate”, ha sottolineato in aula il professore Lorenzo Domenichini dell’Università degli Studi di Firenze, uno dei consulenti tecnici della difesa.