
Ormai è un recidivo Alan Cassol, figlio del rapinatore ucciso a Nanto dal benzinaio Graziano Stacchio durante l’assalto a una gioielleria. Il giovane è finito in manette perché faceva parte di una banda di sinti dedita ad assaltare dei bancomat, servendosi di esplosivo. Lo scorso anno, Alan Cassol venne fermato in un campo rom al termine di un rocambolesco inseguimento per mezza Jesolo, con tanto di elicottero della Polizia. Secondo quanto ricostruito, Alan Cassol aveva cercato di impossessarsi di una moto di grossa cilindrata, adocchiata di fronte a un negozio.
In precedenza, Alan Cassol era stato arrestato insieme a sei complici, tutti giovanissimi, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al furto. Come noto, Graziano Stacchio – ai primi di febbraio del 2015 – esplose alcuni colpi di fucile contro dei malviventi che tentavano di rapinare una gioielleria vicino al suo chiosco. Uno dei nomadi coinvolti nella rapina, il 41enne Albano Cassol, restò ucciso. Proprio Graziano Stacchio ha commentato il nuovo arresto del figlio di Cassol in un’intervista al Corriere del Veneto: “Speravo che il figlio potesse redimersi, ma è chiaro che non vuole uscire da quel modo di vivere che è in sostanza un lavoro. Quel ragazzo dovrebbe essere rieducato, non si può lasciarlo libero di delinquere. Perché sembra che il messaggio della legge e della politica sia fate pure, tanto non vi succederà nulla. Alan Cassol è in carcere ma tanto tra poche settimane sarà di nuovo libero”.
GM