Lo sprinter azzurro e la sua odissea: “Investito e deriso”

(LUK BENIES/AFP/Getty Images)

Dopo il dramma di Michele Scarponi prima e di Nicky Hayden in seguito, torna la preoccupazione per chi si allena in strada su una bici da corsa. La nuova denuncia arriva da Sacha Modolo, che ha vissuto una vera e propria odissea. Il velocista azzurro ha raccontato: “Fermo a un semaforo lungo la mia carreggiata vengo investito da dietro da un auto che, o non mi ha visto o pensava di passare con il rosso (non ho ben capito cosa volesse fare). Si ferma abbassa il finestrino mi guarda, non dice una parola e ride”. Prosegue il racconto di Sacha Modolo: “Scende il passeggero (visibilmente una escort) e con sarcasmo minimizza l’accaduto dicendo ‘tanto è solo una bici e te non hai niente, cosa vuoi che sia’. Capendo che non avrei concluso nulla ho fatto le foto al mezzo, dicendo che chiamavo i carabinieri”.

Ma quello che accade dopo è surreale: “Il conducente è scappato lasciando a piedi la compagna/escort che, incamminandosi in pasticceria, con disinvoltura risponde ‘fate quello che volete tanto io non lo conosco e non so chi sia’. Allibito chiamo i carabinieri che mi dicono di chiamare il 118, che mi dice che non sono grave e non uscivano e di chiamare i carabinieri che, a loro volta, dopo averli richiamati mi dicono che escono solo il pomeriggio e di chiamare il 118 (peggio della canzone Alla fiera dell’est!!). Chiamo i carabinieri di Conegliano i quali avvisano a Castelfranco di mandarmi qualcuno. Chiamo la polizia locale di Asolo, che comunque era stata avvisata da Conegliano, ed è stata l’unica a mandarmi una pattuglia, anche se inizialmente erano impegnati”. Infine, il conducente viene rintracciato grazie al numero di targa. Sacha Modolo conclude: “Fortunatamente io me la cavo ‘solo’ con una forte botta alla schiena! Ringrazio la famiglia che si è fermata di sua spontanea volonta per testimoniare l’accaduto. Dispiace dire che siamo sempre in pericolo e costretti a condividere la strada con gente come quest’uomo!”.

 

GM