Il ministro Fedeli inciampa sul congiuntivo: “Non è stata colpa sua”

(Getty Images)

Qualche giorno fa, il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli – peraltro non nuova a polemiche – è inciampata su un congiuntivo. In una lettera inviata al Corriere della Sera sulla necessità di studiare la Storia in maniera approfondita, la Fedeli scrive: “…sarebbe opportuno che lo studio della Storia non si fermasse tra le pareti delle aule scolastiche ma prosegua anche lungo i percorsi professionali. Questo se non vogliamo sentirci rispondere anche da un adulto: “Hitler chi?”. In sostanza, il ministro usa il congiuntivo presente “prosegua” quando invece avrebbe dovuto utilizzare l’imperfetto “proseguisse” dato che aveva appena usato lo stesso tempo con “fermasse”.

Insomma, sembrerebbe che il ministro Valeria Fedeli sia inciampato in una nuova gaffe. Ma arriva ora la nota del suo portavoce, Simone Collini, che scrive al ‘Messaggero’ e spiega: “In merito all’articolo pubblicato sul messaggero.it riguardante la Ministra Fedeli, mi preme informare lei e tutti i lettori che lo ‘scivolone’ da voi segnalato è in verità frutto di un mio errore nel tagliare il testo scritto dalla Ministra per renderlo compatibile con gli spazi previsti ai fini della pubblicazione”.

Il portavoce del ministro ricostruisce quanto avvenuto: “Così, due proposizioni originariamente indipendenti sul piano grammaticale sono diventate una principale (‘sarebbe opportuno’) e due subordinate (‘che lo studio della Storia non si fermasse tra le pareti delle aule scolastiche ma prosegua anche lungo tutti i percorsi professionali’). Nel testo originale si trattava di due proposizioni principali: ‘sarebbe opportuno….; sono infatti convinta’. A questa seconda seguiva la subordinata ‘che debba proseguire anche lungo tutti i percorsi professionali’. Quel ‘debba proseguire’ è diventato un congiuntivo esortativo ‘prosegua’, erroneamente collegato con un ‘ma’ alla proposizione precedente”.

“Errore grave, ma mio, non della Ministra che, essendo impegnata in una serie di incontri istituzionali al momento dell’invio, non ha potuto rileggere la versione finale del testo”, sono le parole di Simone Collini, che conclude: “Per quanto mi riguarda non posso che scusarmi con i diretti interessati e con i lettori. A lei chiedo di tener conto di quanto qui scritto al fine di ristabilire su giornale e sito web la verità dei fatti”.

GM