Marco Vannini, i legali: “Bisogna riprodurre lo sparo in aula”

Marco Vannini
Marco Vannini e Martina Ciontoli (foto dal web)

Sono arrivati i risultati della tanto attesa super perizia nel processo per la morte di Marco Vannini, il ragazzo di 20 anni di Cerveteri ucciso da un colpo di pistola sparato dal padre della sua fidanzata, un luogotenente della Marina militare di 48 anni, Antonio Ciontoli. Per il delitto, risultano indagati tutti i componenti della famiglia Ciontoli, oltre a Viola, la fidanzata del figlio di Antonio Ciontoli. Il processo è alle fasi cruciali. I legali della famiglia di Marco Vannini nell’udienza di ieri hanno chiesto che venga riprodotto in aula il suono dello sparo che ne provocò la morte.

Gli imputati hanno sostenuto sempre di non aver capito che quel rumore “come di vetri rotti” fosse in realtà un colpo di arma da fuoco. Ma l’avvocato Celestino Gnazi, che tutela gli interessi della parte lesa, non è convinto che le cose stiano in questo modo: “Abbiamo presentato istanza per accertare come sia percepibile l’esplosione del colpo di pistola nei luoghi in cui è partito visto che nessuno dei presenti dichiara di aver sentito né il rumore né l’odore della polvere da sparo. Sembrano affermazioni fuori dalla ragionevolezza”. Peraltro le prove dello stub hanno accertato la presenza di polvere da sparo sui corpi degli imputati.

Evidenza in maniera chiara l’avvocato della famiglia di Marco Vannini: “Se la corte accetterà l’istanza utilizzeremo un sistema portatile per il tiro in sicurezza, il recupero dei proiettili, disponendo che si proceda alla misurazione fisica del rumore prodotto dallo sparo. L’esperimento dovrà essere effettuato nei luoghi dove gli imputati hanno dichiarato sia accaduto il tragico evento. Chiederemo che siano presenti anche i difensori e consulenti della famiglia Ciontoli”.

GM