
Era il 6 settembre 2013 quando Lavinia Simona Ailoaiei venne ammazzata da Andrea Pizzocolo, 45enne che di giorno faceva da contabile per una multinazionale e di notte dava sfogo alle sue perversioni sessuali più atroci, nonostante fosse sposato ed avesse una figlia di 5 anni, avuta dalla sua compagna brasiliana. La escort uccisa era invece una 18enne proveniente dalla Moldavia, giunta in Italia per raggiungere la sorella a Milano ed imitarla nell’intraprendere la sua professione, incoraggiata anche dal fidanzato. Lavinia infatti si guadagnava da vivere proprio così, mentre la madre faceva la badante in Sicilia ed il padre disoccupato era rimasto nel loro paese d’origine. La giovane si faceva chiamare Dora ed aveva già avuto diversi appuntamenti, fino a giungere all’ultimo della sua vita, che per lei avrebbe significato anche la fine. Con Pizzocolo la escort uccisa si era incontrata in albergo, il suo assassino si era registrato sotto falso nome ed aveva filmato il loro incontro avvalendosi dell’utilizzo di 4 telecamere professionali più una da polso. Poi dopo innumerevoli torture e sevizie sadomaso durate tre ore, nel mezzo di un rapporto orale l’uomo la strangola con delle fascette di plastica.
Escort uccisa, l’assassino era un mostro necrofilo
Smonta il set e si reca in un altro albergo, dove pazientemente rimonta il tutto e stupra il cadavere di Lavinia, insultandolo anche. Il corpo della sfortunata vittima verrà ritrovato il mattino dopo da un agricoltore in un campo in provincia di Lodi, in zona San Martino, lasciato lì da Pizzocolo, che viveva ad Arese, senza vestiti e con il volto coperto da un asciugamano, oltre ai segni dello strangolamento ancora ben visibili sul collo. Lì era stato anche ritrovato il corpo di Yara Gambirasio. La scientifica in poche ore riesce a risalire all’assassino dopo aver trovato le tracce del suo dna. E lui resta sempre calmo ed impassibile, dicendo che tutto era accaduto per sbaglio e che aveva agito sotto l’effetto di stupefacenti. Ma dai filmati sequestrati allo stesso Pizzocolo non sembra affatto così: il maniaco con la passione della necrofilia è sempre parso lucido e consapevole, e nemmeno la tesi dell’instabilità mentale tirata in ballo dai suoi avvocati sembra reggere. Nel pc del killer c’erano innumerevoli filmati in cui lui stesso era ritratto in altri incontri con prostitute ed escort, tutte giovanissime e straniere, in particolar modo rumene e cinesi. Questo mostro ora rimarrà in carcere per il resto dei suoi giorni. Intanto la vicenda che ha visto un uomo uccidere la propria moglie rappresenta un altro caso di follia umana.
S.L.