Monica Cirinnà non si arrende: “Disposta a morire per lo ius soli”

Monica Cirinnà
(FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Lo scorso cinque ottobre è stato indetto uno sciopero della fame per sensibilizzare l’opinione pubblica sullo Ius soli. Luigi Manconi, senatore del PD e presidente della Commissione Diritti umani a Palazzo Madama, ha annunciato con una nota la scelta di decine di senatori e deputati. L’iniziativa era partita da circa 900 insegnanti che per promuovere l’approvazione della legge sullo ius soli hanno organizzato lo sciopero della fame. Tra coloro che si erano schierati a favore dell’iniziativa, la Presidente della Camera Laura Boldrini ma anche l’ex ministro Kyenge.

Il clamore mediatico sulla scelta della politica e della società civile di digiunare per lo ius soli, ma in molti hanno portato avanti la loro scelta, anche e soprattutto in questi ultimi giorni. Tra loro, la senatrice Monica Cirinnà, già relatrice del ddl sulle unioni civili, che ha spiegato: “Sono dell’idea che senza la fiducia il testo sullo ius soli si può portare in aula e intanto si inizia la discussione generale”. La parlamentare Pd si nutre con tre cappuccini zuccherati al giorno, “anche se io non prendo lo zucchero”.

“Io voglio morire in battaglia, non mi voglio far dire da qualcuno che siamo stati pavidi e non abbiamo neanche tentato”, ha dichiarato Monica Cirinnà a ‘Un giorno da Pecora’ su RadioRai1. Infine ha aggiunto: “Stasera, per sostenermi, credo che dovrò metterlo. Ma secondo me già domani lo sciopero potrebbe esser sospeso, perché capiremo la capigruppo che cosa determina. La Camera sta ritardando l’invio della legge di Bilancio in Senato, noi potremmo avere delle ore per affrontare questo testo”.

GM