
Angelo Laudoni, 78 anni, residente a Roma era stato portato dai suoi famigliari presso la clinica Villa Giulia Felicia di Colonna, comune alle porte di Roma, soltanto un giorno fa. I suoi figli avevano scelto questo luogo sia perché qui era stato già ricoverato lo scorso 27 novembre in seguito ai due ictus che lo avevano colpito nei quattro mesi precedenti sia per la comodità di poterlo venire a trovare ogni giorno. L’uomo, stando a quanto raccontano i suoi famigliari, aveva seri disturbi della memoria e spesso si ritrovava disorientato senza capire bene dove fosse e come ci fosse arrivato. Tutte condizioni che erano state spiegate bene al personale della clinica.
La scorsa notte però il 78enne è uscito dalla sua stanza intorno a mezzanotte. Ha vagato senza meta all’interno della clinica e poi è uscito fuori attraverso una porta lasciata aperta. Quando è stato ritrovato dai Carabinieri sei ore dopo la scomparsa l’uomo era in pigiama riverso a terra in una stradina di campagna non molto distante dalla clinica ed era agonizzante in seguito all’assideramento che l’ha colpito e che alla fine lo ha ucciso. A nulla infatti è valsa la corsa dell’ambulanza all’ospedale di Frascati.
“Avevo salutato mio padre la sera prima – spiega affranta la figlia – Stava bene, si stava riprendendo. Ci fidavamo di quella casa di riposo, avevamo deciso di trasferirlo lì da un’altra struttura proprio perchè ci sentivamo sicuri, era vicino casa e potevamo andare a trovarlo tutti i giorni. Vogliamo solo che vengano appurate le responsabilità di ciò che è successo. Mio padre doveva essere accudito e invece è morto. Se gli operatori in servizio di notte si fossero accorti prima che era uscito, forse si sarebbe potuto salvare”.
La clinica ha risposto per voce della titolare Annamaria Conti: “La nostra casa di riposo si appoggia alla cooperativa CNL per coprire i turni di notte. Dalle telecamere esaminate sarebbe emerso che i due operatori in servizio quel giorno non avrebbero fatto i dovuti giri di controllo. Abbiamo denunciato quello che è avvenuto e siamo vicini al dolore della famiglia, ma come clinica non abbiamo responsabilità”.