
Si è svolta in giornata all’ospedale di Treviso l’autopsia sul cadavere ritrovato nei boschi del Monte Grappa alla vigilia di Natale, nei pressi del comune vicentino di Romano d’Ezzelino: e come già si sospettava, quei resti appartengono a Sofiya Melnik, alla cui identità si è risaliti analizzando la comparazione della schermografia dentaria. Inoltre anche il medico radiologo di 57 anni, che lavora proprio all’ospedale di Treviso e che la 43enne ucraina frequentava, l’ha riconosciuta dagli stivaletti neri che indossava. La donna era sparita lo scorso 15 novembre, con la scomparsa segnalata dal suo praticamente ex compagno, Daniel Pascal Albanese. Quest’ultimo aveva 50 anni e da 16 aveva convissuto con Sofiya Melnik, prima che la loro relazione giungesse alla deriva.
Sofiya Melnik, il corpo e suo ma restano degli interrogativi
Secondo gli inquirenti sarebbe stato proprio Albanese a fare tutto: dopo aver ucciso la Melnik e segnalato la sua sparizione, probabilmente per non attirare sospetti su di se, il 50enne si sarebbe poi tolto la vita impiccandosi all’interno di casa sua. E deve essere stato il rimorso per aver compiuto una cosa talmente orribile a spingerlo a suicidarsi. L’esame autoptico ha portato alla luce la presenza di numerose ferite e traumi da impatto: potrebbero essere sorti al momento della caduta dalla rupe da cui presumibilmente Albanese ha gettato Sofiya Melnik, non si sa se ancora viva oppure già morta. Per stabilire questo ed altri dettagli, come la data possibile del decesso o se quelle lesioni siano state inferte con calci o corpi contundenti, si renderà necessario eseguire ulteriori test. Intanto quest’oggi erano presenti anche i rappresentanti legali della famiglia Albanese.
S.L.