
Con l’avvicinarsi del nuovo anno si va incontro anche alla festività della Befana, un’occasione in cui i bambini solitamente ricevono ulteriori regali da sommare a quelli delle festività natalizie. Non tutti i bambini hanno la fortuna di ricevere doni in questa occasione, così l’assessore Giorgi del comune di Trieste ha pensato di promuovere l’iniziativa di un’associazione benefica che organizza un mercatino di giocattoli usati per i bambini bisognosi. L’iniziativa è in se lodevole poiché permette ai bambini di non sentirsi esclusi da una tradizione radicata, ma in questo caso c’è una distinzione che ha fatto storcere il naso ai più: nel post Facebook dell’assessore si legge infatti che la raccolta è destinata solo ai bambini italiani.
Inevitabilmente una simile distinzione ha generato polemiche tra gli utenti social che si sono scagliati contro l’assessore accusandolo di razzismo. Giorgi però non ci sta con le accuse e spiega: “Da politico dico che l’Italia è l’unico Stato al mondo in cui affermare che aiutare i propri connazionali prima degli altri ti fa essere tacciato di razzismo”. Il politico, dunque, ritiene normale dare una preferenza ai propri connazionali e sostiene che le polemiche siano esclusivamente strumentali: “In Italia si strumentalizza ogni iniziativa. Lo dico a chi il 4 marzo andrà in parlamento: c’è uno stato sociale in difficoltà e dobbiamo garantire ai nostri connazionali per primi il modo di sopravvivere dignitosamente. Dopo aver sistemato i nostri, pensiamo agli altri”.
Durante il mercatino, quindi, alcuni giocattoli verranno donati anche a bambini con nazionalità diverse da quella italiana, ma solo che tutti i bambini italiani avranno ricevuto il loro dono. Sulle spiegazioni fornite da Giorgi non è d’accordo il presidente del consiglio comunale Marco Gabrielli che ritiene l’esclusione dei bambini stranieri o il favoritismo di quelli italiani inconcepibile, poiché questa sarebbe un’occasione perfetta per far conoscere le nostre tradizioni: “Potrebbe essere l’occasione per i bimbi che non conoscono le nostre tradizioni, di conoscerle, che si tratti della Befana o dell’ Epifania, e se avranno la possibilità, di provare a rispondersi”.

F.S.