
“Il cielo è il mio tetto, il suolo è il mio letto”. È solo una delle tante significative parole pronunciate da uno dei tanti senzatetto intervistati per uno speciale reportage. Una piccola inchiesta per dare voce a chi sta soffrendo, a chi è disperato anche nei giorni di festa. Cosa faranno a Capodanno queste persone? È questa la domanda rivolta a chi non ha un letto ed ha perso tutto. A chi senza fissa dimora non ha la forza e il potere per farsi ascoltare. Perché se da una parte una domanda del genere viene vista come un tormentone da chi non sa cosa fare e da chi vuole evitare a tutti i costi il veglione, dall’altra ci sono persone che soffrono. Durante quelle ore di festeggiamenti i senzatetto continuano a vivere nello stesso modo, tra le strade, sui marciapiedi, alla ricerca di un briciolo di speranza, tra il freddo e i rumori della città magari immaginando una vita diversa.