
In piena campagna elettorale, c’è uno scambio di accuse a distanza tra due ex presidenti del Consiglio, Silvio Berlusconi e Romano Prodi. Il tema è l’euro: “Alcuni cambiamenti sono stati in peggio, come l’introduzione dell’euro con quelle modalità e a quei valori improvvidamente accettati da Prodi che ha dimezzato i redditi e i risparmi degli italiani, altri in meglio, come ad esempio l’alta velocità ferroviaria, che ha reso il Paese più competitivo”, spiega Silvio Berlusconi in un’intervista al ‘Corriere dell’Umbria’.
Ma l’ex leader dell’Ulivo, in carica dal 1996 al 1999 e poi tra il 2006 e il 2008 come presidente del Consiglio, la pensa in maniera del tutto opposta e ribatte a queste affermazioni sostenendo: “È surreale che Silvio Berlusconi punti il dito accusatorio per la gestione dell’introduzione dell’euro. E ci sarebbe da ridere perché fu proprio il suo governo che non volle gestire questa fase come invece avvenne in tutti gli altri paesi”. La replica di Romano Prodi è secca: “Il 1 gennaio del 2002, quando la moneta unica fu introdotta, Berlusconi governava da sette mesi e per i 3 anni successivi non ha fatto assolutamente nulla: non istituì le commissioni provinciali di controllo e non impose il sistema del doppio prezzo esposto, in lire ed euro, per le merci in vendita”. Quindi conclude: “Questa pessima gestione ha caratterizzato solo il nostro Paese e questo è accaduto unicamente per non scontentare il suo elettorato”.
GM