
Prima è stato inserito in bolletta, riducendone così l’importo annuale, ma ora Matteo Renzi sarebbe pronto ad abolire il canone Rai. Lo scrive oggi ‘Repubblica’, secondo cui la proposta dovrebbe essere avanzata al Pd nella prossima direzione nazionale. Ma subito arriva lo stop del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: “Spero che l’idea di abolire il canone Rai sostituendolo con un finanziamento dello Stato non sia la proposta del Pd per la campagna elettorale come riportato da Repubblica. I soldi dello Stato sono i soldi dei cittadini e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro”.
A Calenda replica il deputato dem Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, che twitta: “Caro Calenda, se tagliamo 1,5 mld spesa pubblica ed eliminiamo canone Rai i cittadini pagano meno. Altro che presa in giro: serve processo modernizzazione ed eliminazione sprechi unici in panorama tv con risparmio immediato 500mila euro. Far risparmiare cittadini come con stop Imu”. Va giù duro invece il sindacato dei giornalisti Rai Usigrai: “E puntuale come un orologio svizzero parte la campagna elettorale e arriva l’attacco alla Rai”. Quindi aggiunge: “Segnaliamo che laddove si è abolito il canone, il Servizio Pubblico è stato fortemente ridimensionato. A tutto vantaggio dei privati. Se questo è l’obiettivo basta dichiararlo apertamente”.
Possibilista invece il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, che si dice sorpreso dalla “fretta con cui si dà tutto per certo” e aggiunge: “Quello che so è che il governo Renzi con la riforma del canone in bolletta ha recuperato l’evasione ed abbassato il costo per i cittadini onesti che lo pagavano”. Poi sottolinea: “Trovo contraddittorio da un lato preoccuparsi di difendere l’Italianità di infrastrutture strategiche e dall’altro teorizzare la privatizzazione di una realtà come Rai che finirebbe, facile previsione, in mani non italiane”.
GM