
Una sentenza che fa discutere quella emessa nei confronti di un 50enne, accusato di aver abusato sessualmente di una ragazza di 16 anni, affetta da sclerosi multipla. In primo grado, era stato condannato a 5 anni, ora la Cassazione gliene conferma quattro. L’imputato ha potuto godere delle attenuanti generiche. I giudici, infatti, hanno ritenuto che “non si può dubitare un sentimento di amore o affetto”, nei confronti della giovanissima. Questo nonostante l’uomo “ha approfittato dell’inferiorità fisica e psichica della giovane donna”. La vicenda è avvenuta a Torino e i primi abusi risalgono a 14 anni fa.
L’uomo era accusato di violenza sessuale, intesa come carnale. Il suo legale, Cristian Scaramozzino, precisa: “Ma tra il mio cliente e la ragazza c’era una relazione e ogni rapporto è stato consenziente. Alla fine il mio cliente è stato accusato di violenza sessuale in quanto avrebbe abusato delle condizioni psicofisiche della ragazza anche se lei non aveva alcun deficit mentale”. Tesi che in Appello prima e in Cassazione poi i giudici hanno accolto: “Si è preso cura di lei, non solo provvedendo alle sue esigenze primarie, ma anche accompagnandola alle numerose visite mediche per il trattamento della malattia che le era stato diagnosticata”.
La ragazza era originaria di El Salvador, dove la sua famiglia era tornata a vivere. Lei invece era rimasta a Torino, andando a vivere con il 50enne, che la accompagnava alle visite mediche ed era sempre lui il suo confidente principale. Nello stesso tempo, però, per circa quattro anni ha abusato di lei. La pubblica accusa nel processo, per tale ragione, aveva parlato di “continui rapporti sessuali” e una “situazione di totale dipendenza” della vittima. I giudici confermano che violenze ci sono state, ma poi pongono l’accento sul “sentimento positivo” dell’imputato. Nei giorni scorsi, aveva fatto scalpore la sentenza emessa dalla quinta sezione penale del Tribunale di Torino nei confronti di un 41enne disoccupato finito sotto processo con l’accusa di aver maltrattato la moglie per anni. L’uomo è stato assolto perché si trattava di “atti episodici” avvenuti in “contesti particolari”.
GM