Chieti, Forza Nuova contro il presepe vivente: “La Madonna non può essere nera”

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La stessa Chiesa ha permesso in alcuni Paesi del mondo che la raffigurazione della natività fosse modificata in base ai tratti somatici delle popolazioni stesse. La scelta, in tal senso, è dovuta ad una migliore trasmissione del messaggio che essa rappresenta e pertanto non comporta alcun atto di blasfemia. Di questo sono consci i rappresentanti di Forza Nuova che, però, hanno ritenuto la decisione del comune e della diocesi di Chieti di far interpretare la Madonna ad una donna nigeriana ed il bambin Gesù alla figlia di sette mesi un atto scorretto e di blasfemia.

Ad esporre la denuncia pubblicamente è stata la responsabile della sede di Chieti del movimento di estrema destra Arianna Spinelli che ha affermato: “Quando anche in una realtà come quella teatina si arriva a tanto, vuol dire che il limite è stato superato come ne è un esempio il prossimo presepe vivente organizzato a Chieti, dove la natività sarà rappresentata da una Madonna di colore e un Gesù Bambino femmina”. Un problema razziale? Secondo la Spinelli no, si tratta piuttosto di un problema di salvaguardia della cultura italiana: “Escludiamo subito implicazioni razziali o sessiste, ma non si comprende apparentemente il fine di questa scelta, sia del Comune sia per il silenzio del vescovo teatino Forte”.

La motivazione, secondo la rappresentante di FN, è chiara si tratta di uno stratagemma per accaparrarsi voti avallato dal Vescovo. Forte di questa certezza la Spinelli alimenta la sua invettiva: “Sappiamo bene che ogni popolo rappresenta la Natività in base al connubio tra fede e antiche tradizioni e che Gesù cambia connotazioni a seconda di dove viene rappresentato, ma ci domandiamo in quale paese islamico troverebbe posto una scelta di tal genere? Un Maometto bianco e pure femmina?”. La realtà è ben diversa e la spiega il rappresentante dell’associazione Giovanni XXIII, Luca Fortunato.

Questo spiega che Joy, la donna nigeriana che interpreta la Madonna, è una donna che è arrivata in Italia come schiava sessuale e che adesso è riuscita a farsi una vita ed una famiglia grazie al supporto dell’associazione, mentre San Giuseppe, ovvero Emanuele Ferraro, era anch’egli schiavo della droga ed ora aiuta chi si trova nelle sue condizioni a riemergere. Quindi, rispondendo alle accuse di FN dice: “La scelta dei tre protagonisti del nostro presepe vivente di Chieti per noi è altamente simbolica. Sono tutti ospiti della struttura ‘Capanna di Betlemme’ di Chieti gestita dalla nostra Comunità fondata da don Oreste Benzi e rappresentano la missione che portiamo avanti da 50 anni: lottare contro le ingiustizie”.

FS