
L’hanno tenuta per cinque ore in un’ambulanza, e poi “parcheggiata” altre due ore su una barella in un corridoio del Queen Alexandra Hospital, a Portsmouth, in Inghilterra. Protagonista – e, purtroppo, vittima – della singolare “disavventura” è stata Josephine Smalley, un’anziana 89enne morta lo scorso 1° gennaio dopo un infarto, e prima ancora di vedersi assegnato l’agognato letto d’ospedale. I suoi parenti ora accusano il Servizio Nazionale britannico, sostenendo che è assurdo che una persona – per di più in età avanzata – possa aver perso la vita in questo modo, dopo 7 lunghe ore d’attesa. Non solo: mentre Josephine si trovava nell’ambulanza, a loro dire, nessun medico l’ha visitata. Di casi analoghi, ahinoi, la cronaca è piena, anche in Italia.
“Mia nonna è stata vittima di un grave disservizio, e le autorità sanitarie ora devono risponderne”, racconta al Mirror la nipote Jessie Hirst, 27 anni. L’ospedale, dal canto suo, replica che “il reparto interessato era sotto forte pressione”, e assicura che “la signora Smalley è stata visitata quattro minuti dopo il suo arrivo” e che “le sue condizioni sono state tenute sotto controllo, ma purtroppo ha dovuto aspettare diverso tempo prima di essere presa in carico”. “Siamo enormemente dispiaciuti – dichiarano i dirigenti della struttura sanitaria – per l’ulteriore stress che l’accaduto ha provocato. Sottolineo però che ci adoperiamo costantemente perché i nostri pazienti ricevano il trattamento più appropriato”. Molto probabilmente se ne riparlerà in tribunale.
EDS