
E’ stata eseguita oggi l’autopsia sul corpo del povero Hamid, il bimbo ucciso lo scorso 4 gennaio da suo padre a Cupra Montana in provincia di Ancona. I carabinieri lo trovarono riverso a terra e per lui non ci fu nulla da fare. La madre, incinta, fu portata in ospedale in grave stato di choc mentre il padre, un 27enne macedone, fu condotto in caserma per l’interrogatorio. Dopo ore crollò e confessò di aver ucciso a mani nude il bambino spiegando però di avere i ricordi confusi e di non riuscire a ricostruire con dovizia di particolari l’accaduto.
L’esame autoptico condotto oggi ha messo in luce come non ci fossero segni esterni ed evidenti di violenza e come con ogni probabilità l’uomo abbia ucciso il figlio tappandogli con le mani bocca e naso. La morte sarebbe così sopraggiunta in pochi secondi.
Il medico legale, almeno per il momento, non ha potuto escludere che ci sia una concausa nella morte del piccolo da ricercare nella presenza di eventuali patologie. Proprio per questo motivo ci saranno approfondimenti medici e in particolare ulteriori esami istologici che si terranno, proprio come l’autopsia di oggi, alla presenza del perito della difesa Raffaello Sanchioni.
L’omicida continua a ripetere: “Non ero io, ero posseduto da una forza sovrannaturale”. Intanto la procura di Ancona prosegue con il procedimento per omicidio volontario aggravato. Da subito il racconto dell’uomo, nonostante la confessione, è apparso quanto meno confusionario. Una delle prime ipotesi parlava di una reazione folle ad un capriccio del bambino. Qualcuno ha avanzato anche l’idea della depressione post partum paterna, una patologia della quale si parla pochissimo ma in realtà molto presente e potenzialmente distruttiva proprio come quella ben più nota materna.
F.B.