
Si è giunti alla sentenza d’Appello per l’omicidio di Ashley Olsen, 35enne di Summer Haven, trovata morta in casa a Firenze nel pomeriggio di sabato 9 gennaio 2016. Come noto, si trova in carcere per l’omicidio, il senegalese Cheik Tidane Diaw, difeso dagli avvocati Antonio Voce e Federico Bagattini. Nel pomeriggio di oggi, per il giovane è stata confermata la condanna a trent’anni, già comminata in primo grado. La vicenda della morte di Ashley Olsen ha tenuto a lungo banco nell’opinione pubblica e il senegalese si è sempre proclamato innocente.
Il presidente Maria Cannizzaro ha letto il dispositivo ed entro novanta giorni arriveranno le motivazioni. Ma è già pronto il ricorso in Cassazione e l’avvocato Voce ribadisce di credere nell’innocenza del suo assistito: “Mi sarei aspettato che la corte disponesse una perizia. Ancora l’orario della morte della vittima non è stato stabilito con certezza, e questo è un elemento decisivo per decidere della colpevolezza di Diaw”. Critici nei confronti della sentenza odierna sono anche il fratello e molti amici dell’imputato, presenti in aula: “E ora? E ora siamo nelle mani di Dio. Cheik è stato condannato per la seconda volta in modo uguale. Speriamo nella Cassazione”.
“Perchè sul collo della ragazza ci sono segni di un altro, non di Cheik? Con Cheik si gioca facile e si vince facile”, si domandano gli amici dell’imputato e rivolgono questa stessa domanda ai giudici. Soddisfatto per la sentenza, sul versante opposto, è il professor Walter Olsen, padre della ragazza uccisa: “Sono contento. Sono felice di questa seconda sentenza che conferma la condanna del responsabile dell’omicidio di mia figlia. Su Ashley sono state dette bruttissime cose, era una ragazza bellissima e buona che l’assassino ha tolto alla famiglia e al suo ambiente. Ashley non se l’era cercata, come è stato detto, sono orgoglioso di lei”.
GM