
Una storia triste, che ha lasciato molta gente stupefatta, un amore oltre ogni limite, un gesto quasi fatale. Dopo un anno dal folle gesto di Alessio Mantineo, è arrivata la condanna a ben 12 anni di reclusione per tentato omicidio. Proprio così, questo ha deciso il gup di Messina, Salvatore Mastrineo ritenendo il giovane, reo di avere dato fuoco con una bottiglia piena di benzina, l’ex ragazza Ylenia Bonavera. Dieci anni di reclusione invece, quelli chiesti dal pm Antonio Carchietti, ma non ottenuti e ritenuto un gesto estremamente grave e violento contro una donna per lo più incinta di suo figlio. Nemmeno i continui proclami della ragazza in difesa del suo amore, sono serviti a nulla.
Alessio quindi è vittima di se stesso e della sua incoscienza, mentre Ylenia, che per fortuna se l’è cavata con ustioni nella parte bassa del corpo ma che ha subito la perdita del bambino che portava in grembo, si dice pronta a tornare col ragazzo. Il giudice non ha in alcun modo creduto alla versione della ragazza, andata poco più di un mese fa in aula a scagionare l’ex compagno, continuando a dichiararsi innamorata di lui e a dire di voler tornare a vivere insieme all’uomo che le aveva dato fuoco l’anno prima. “Non è stato Alessio, non ho visto chi era, aveva un cappuccio, ma non era Alessio”. Questa la sua testimonianza dopo 12 mesi di indagini, ma la giovane vittima nell’immediato della questione, ha detto sia alla madre che ai vicini di casa che era stato proprio Alessio a bussare alla porta di casa in piena notte e a versarle la bottiglia di benzina addosso dandole fuoco.
Così le forze dell’ordine di Messina hanno iniziato nella metà di Gennaio 2017, le indagini su Mantineo dopo avere richiesto e visto, i video di un distributore di benzina vicino al rione Bordonaro in cui si è notato Alessio stesso, in piena notte e poco prima del folle gesto, riempire una bottiglia di plastica con un litro di benzina pagandola un euro. Così Alessio ai giudici: “Serviva per il motorino, ero rimasto a secco”. Una coincidenza che non ha lasciato spazio ad altre ipotesi, ritenuta poco credibile dagli inquirenti che assieme al giudice stesso, hanno accolto ogni tipo di accusa arrivata dai pm della Procura guidati da Maurizio de Lucia. Queste invece le parole della mamma di Ylenia, Anna Di Giorgio, ripensando ai giorni orribili passati in ospedale nel reparto di chirurgia plastica del Policlinico: “Penso che sia una sentenza giusta perchè mia figlia è viva, sono soddisfatta”. Ha resistito dunque l’ipotesi accusatoria, speravamo in una sentenza di assoluzione o comunque in una riqualificazione della condotta in lesioni gravi, verificheremo nei successivi gradi di appello”. Così invece, l’avvocato del giovane accusato, Salvatore Silvestro, al termine del processo.
GVR