
La vita di Jacopo, detto Papo, è cominciata in salita quando appena nato è andato in arresto cardiaco. Il terrore di quel momento è stato superato grazie alla prontezza ed alla competenza dei medici presenti in sala. Per tre anni quell’episodio è sembrato solo un incubo, ma poi è arrivata la diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica restrittiva e la vita di questo bambino si è complicata. Tutti i giorni doveva prendere tre pillole al giorno e a 5 anni ha subito la prima operazione per l’innesto di un ‘ICG’, un dispositivo a metà tra pacemaker e un defibrillatore. Proprio quel dispositivo gli ha salvato la vita nel 2014, quando una crisi cardiaca ha rischiato di ucciderlo in classe.
Nonostante quelle difficoltà il piccolo Papo era sempre allegro e sorridente, lo era anche quel 24 agosto 2017 che lo ha portato via alla sua famiglia. Il bambino si trovava in campeggio con il padre e i nonni quando ha deciso di prendere la bici per andare in bagno, in quel preciso istante si è girato verso il padre, gli ha sorriso e poi è caduto a terra. I presenti hanno cercato di rianimarlo, sono giunti persino i soccorsi ma per Jacopo non c’era più nulla da fare. Il padre, Andrea Pillotta, è stato segnato da quel momento terrificante e a partire dal giorno successivo ha cominciato a scrivere delle lettere al figlio per potergli parlare ancora.
Quell’idea è presto diventata una pratica quotidiana, le lettere sono state prima condivise su Facebook, quindi in un blog chiamato ‘Paposuperhero’. Ben presto le lettere di Andrea al figlio sono diventate virali: 600 mila le visite totali alla pagina, 500 lettori al giorno, e migliaia di persone tra cui 3000 personaggi celebri hanno aderito ad un’iniziativa per far si che quelle lettere d’amore divenissero un libro. Oggi Andrea pensa che il figlio abbia vinto la sua battaglia con la morte perché attraverso quelle lettere lui rimane ancora vivo: “Papo ha vinto la morte perché continua a generare Vita attraverso l’amore che sentiamo ancora più grande e che tanti ci stanno dimostrando”.
F.S.