La Prefettura manda via i migranti, il paese protesta per loro

(Websource/Archivio)

Ripabottoni, piccolo paese molisano, è stato teatro di una bella storia di accoglienza ed amicizia che si è conclusa nonostante le proteste diffuse dei suoi abitanti. Qualche tempo fa era stato aperto nel paesino un Cas (Centro accoglienza straordinario) per ospitare un gruppo di migranti, in tutto 32. Presto tra gli abitanti e gli ospiti si è instaurato un rapporto di amicizia e collaborazione, un connubio difficilmente osservabile in altri luoghi. Poi, però, la prefettura di Campobasso ha deciso di chiudere il centro e dislocare i migranti in esso ospitati in altre strutture simili presenti nel territorio.

La notizia della prossima chiusura del centro non è piaciuta agli abitanti di Ripabottoni che si sono mobilitati per far si che il prefetto Maria Guia Federico cambiasse idea. Ben 150 abitanti su 500 hanno firmato una petizione e molti di questi hanno partecipato anche a cortei in strada di protesta. L’impegno sociale, però, non è servito poiché i protestanti non sono stati ricevuti in Prefettura e la petizione non è mai arrivata all’attenzione del prefetto. Sebbene la chiusura di un centro Cas sia preventivata dalla natura stessa della struttura di accoglienza, i quotidiani locali ritengono che la chiusura sia stata accelerata sotto pressione del sindaco di Ripabottoni, Orazio Civetta.

La scelta, comunque sia, si è rivelata poco lungimirante non solo perché con la chiusura del centro hanno perso il lavoro 15 persone, ma anche e sopratutto perché ospitare in pianta stabile un gruppo di migranti potrebbe scongiurare il rischio di spopolamento del paesino molisano, come spiegato dal quotidiano locale ‘Primo Numero’: “Il futuro dei paesini molisani dove la presenza di migranti – uomini e donne, e bambini che nascono qua – è in grado di ravvivare la comunità, abbassare l’età media, rimpolpare le squadre di calcio a corto di atleti, dare vita a un coro della chiesa che altrimenti non ci sarebbe”.

(Websource/Primo Numero)

F.S.