Ius soli: un mare di firme per dire No a proposte di legge sul tema

ius soli
(websource/archivio)

Sullo ius soli, dopo il freno del Senato, che peraltro ha scatenato molte polemiche, la battaglia tra favorevoli e contrari va avanti a suon di raccolte firme su piattaforme come change.org. Da sempre favorevole, la presidente della Camera Laura Boldrini nei giorni scorsi aveva detto chiaramente che è un “grande tradimento” non aver approvato la legge che avrebbe permesso a “800mila ragazzi e ragazze” di ottenere la cittadinanza italiana. Con lei ci sono tanti che hanno fatto scioperi della fame e altre iniziative eclatanti. Un nome su tutti, quello dell’ex ministro Kyenge.

C’è poi una una raccolta firme su change.org con l’intenzione di far arrivare un “appello al Parlamento” per dare la cittadinanza ai figli degli immigrati. Tra i tanti a favore del provvedimento, Dacia Maraini, Erri De Luca e Roberto Saviano. Alle buone intenzioni non è seguito il consenso: non sono infatti bastati i nomi illustri a far decollare la petizione, ferma a poco più di 75mila firme. Che non sarebbero neanche poche, se non fosse per il fatto che sul fronte opposto un’altra petizione, indirizzata al Presidente della Repubblica e primo firmatario Filippo Sciortino, non ne avesse raccolte oltre 300mila.

“Gli italiani dicono No allo ius soli”, si chiama la petizione, mentre sono sempre di più gli stranieri nati in Italia che ritengono “una sciocchezza” questo provvedimento. Tra loro, giusto per fare qualche nome, Paolo Diop, Kawtar Barghout e il 18enne Josef Lushi. Proprio il senegalese esponente del Movimento Nazionale, qualche giorno fa, ha chiarito in tv il suo pensiero: “Il diritto è quello di andare a scuola, avere la sanità: se un bambino immigrato non potesse andare all’ospedale o a scuola, allora sarei d’accordo nel dire che la cittadinanza è un diritto. Se dimostri di appartenere a questo Paese pagando le tasse e assolvendo a tutti gli obblighi dello Stato, allora ti do la nazionalità”.

GM