Alessio e Simone, convalidato l’arresto per il pirata della strada

Rosario Greco, il 37enne che ha investito l’11 luglio i cuginetti di undici anni Alessio e Simone, resta in carcere.

La sera dell’11 luglio, i due cuginetti siciliani Alessio e Simone sono stati travolti da un Suv. Alla guida c’era Rosario Greco, 37enne, ritrovato con tasso alcolemico 4 volte superiore al limite consentito e con tracce di cocaina. E’ stato accusato di omicidio stradale aggravato, omissione di soccorso e porto d’armi atte a offendere.

Alessio e Simone hanno perso la vita alcune ore di distanza l’uno dall’altro. Simone, dopo essere stato portato in terapia intensiva, ha chiuso gli occhi durante la messa che celebrava il funerale di suo cugino Alessio. Sarà l’agenzia di onoranze funebri “Pepi” di Vittoria a occuparsi del funerale del piccolo Simone D’Antonio. L’indicazione sarebbe stata ricercata dal Comune in accordo con la Prefettura e le forze dell’ordine dopo le polemiche in merito all’agenzia funebre che ha seguito i funerali del piccolo Alessio, riconducibile a un amico dell’arrestato.

Le parole del segretario della Cgil, dopo i fatti accaduti ad Alessio e Simone

Giuseppe Cifo, segretario della Cgil ha parlato a lungo dopo gli spiacevoli fatti di cronaca avvenuti a Vittoria, in provincia di Messina: “A Vittoria ci siamo stretti attorno alla famiglia di Alessio. C’era tanta gente al funerale del piccolo.  Verso la fine della funzione è giunta la notizia della morte di Simone, il cuginetto anche egli coinvolto nel brutale incidente. Oltre lo sconforto e il dolore, tanta rabbia. – ha commentato il segretario-  Rabbia perché Alessio e Simone non sono solo vittime di un pirata della strada. Alessio e Simone sono vittime innocenti di mafia. In quella maledetta auto alla guida c’erano dei mafiosi che giravano come sempre sicuri di essere padroni delle strade, di poter continuare ad esercitare il proprio potere e la propria impunità anche attraverso il modo di guidare con prepotenza e violenza.

“Quello che è successo non è un caso. – apostrofa Cifo- Questa gente vive la propria vile esistenza in questo modo, attraverso l’esercizio continuo della violenza a danno di tutta la comunità.
È evidente che la loro presenza tutti insieme in quell’auto, Greco, Ventura e gli altri, significa che
qualcosa non funziona nel sistema delle misure di sicurezza nella città di Vittoria“.

“La città si sente sola e abbandonata, per questo servono segnali forti della presenza
dello Stato. – dichiara Giuseppe Cifo – Il fiume di giuste parole espresse in questi giorni nei social bisogna trasformarle in azioni quotidiane e collettive reali. La CGIL sarà sempre in prima linea contro la mafia e ogni forma di oppressione per liberare Vittoria”.