Olindo Romano e Rosa Bazzi sarebbero innocenti: le tappe del processo per la strage di Erba e le tesi alternative sul fatto di sangue.
In questi ultimi mesi, si torna a parlare della Strage di Erba e dei due condannati, i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi. Ma di cosa effettivamente si tratta? I fatti risalgono a quasi 13 anni fa, l’11 settembre 2006, e hanno luogo in provincia di Como, a Erba. Vennero finiti a colpi di coltello e sprangate Raffaella Castagna, suo figlio di 2 anni Youssef, la madre della donna, Paola Galli, e una vicina di casa, Valeria Cherubini. Il marito di questa, Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage, morì a settembre di cinque anni fa, ma le sue accuse furono decisive. Fu lui a inchiodare infatti Olindo Romano e Rosa Bazzi. Ma cosa è emerso di nuovo?
Dalla condanna di Olindo e Rosa alle tesi alternative sulla strage di Erba
La strage avvenne nell’abitazione dei Castagna – in pieno centro di Erba – alla quale fu appiccato il fuoco: in un primo momento finì sotto accusa Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef Marzouk. L’uomo ha precedenti penali per droga ed è da poco uscito dal carcere con l’indulto. Ha un alibi di ferro: si trova infatti in Tunisia, dai genitori. Egli per primo accusa i coniugi Romano-Bazzi, ma poi cambia atteggiamento. Olindo Romano e Rosa Bazzi, infatti, dopo la confessione hanno successivamente sostenuto la propria innocenza, spiegando di essere stata incastrata e anche Azouz Marzouk, padre e marito di due delle vittime, si schiera in loro difesa. In particolare, Romano già dal 2008 sostiene di aver subito il lavaggio del cervello per costringerlo a confessare.
Eppure, sostengono i giudici nei tre gradi di giudizio, le prove nei loro confronti sono precise e circostanziate. Uno degli elementi intorno ai quali ruota il tentativo di riaprire il caso sono oggetti mai analizzati fino all’epoca, ma che erano sul luogo della strage: formazioni pilifere, un accendino, un mazzo di chiavi, i giubbotti delle vittime. Si sottolinea anche come i Vigili del fuoco abbiano riempito d’acqua l’appartamento. Questo nel tentativo di spegnere le fiamme. Ma contestualmente – come sottolinea la difesa – manomettendo in parte alcuni elementi sulla scena del crimine. Nel frattempo, in questi anni, Olindo Romano ha gridato la propria innocenza dal carcere, mentre Azouz Marzouk ha sostenuto tesi che finora sono sempre state accolte come inverosimili.
Nuovi elementi sulla strage di Erba: se fossero innocenti?
Si arriva così ai giorni nostri: il 25 maggio 2018 muore, a 74 anni, Carlo Castagna, marito, padre e nonno delle vittime. Negli ultimi anni di vita, ha polemizzato con Azouz Marzouk e le sue tesi alternative alla verità ufficiale. Un anno dopo, l’istanza di avvio del processo di revisione della condanna definitiva contro Olindo e Rosa viene giudicata inammissibile dalla Cassazione. La motivazione: manifesta infondatezza del ricorso. Nei mesi precedenti, i due coniugi avevano sperato in una revisione del processo. Tra le tesi di Azouz Marzouk, c’è quella che dietro la strage ci siano appartenenti a cosche della criminalità organizzata: lo avrebbe riferito a sua madre un non meglio identificato uomo a conoscenza di questi fatti, recandosi in Tunisia.
Ci sono poi testimonianze di vario genere e mai del tutto supportate da elementi che i giudizi potessero ritenere decisivi per la riapertura del caso. Intanto, anche l’opinione pubblica inizia a dividersi: sempre più persone iniziano a credere nell’innocenza dei due coniugi. Determinante è anche un’inchiesta della trasmissione televisiva ‘Le Iene’, che va in controtendenza rispetto ad altri programmi televisivi. Di fatto, è l’unica a portare avanti la tesi assolutoria, mentre molti programmi sostengono che Olindo Romano sarebbe colpevole poiché avrebbe fornito particolari conoscibili solo all’esecutore materiale della strage. L’uomo inoltre non era solo: lo dicono le indagini, con lui in casa c’era un’altra persona. Le tracce portarono a una mancina e i sospetti per tale ragione caddero su Rosa Bazzi. A oggi, uno degli omicidi plurimi più discussi e mediatici dell’ultimo ventennio, ha due colpevoli. Che però da ben 11 anni continuano a dirsi innocenti.