Italia Rugby, Matteo Minozzi racconta il suo dramma. Il 23enne di Padova, fresco della firma con i Wasps, torna sull’infortunio terribile che l’ha tenuto out un intero anno
L’Italia Rugby ritrova una stella finora persa: Matteo Minozzi. Reduce da un terribile infortunio al ginocchio, il che l’hanno costretto a due operazioni e un anno di stop, il 23enne di Padona torna carico e lo rivela ai microfoni del Corriere dello Sport oggi in edicola.
Finalmente la luce in fondo al tunnel: “E’ stato tanto, tanto difficile. Non ero mai stato lontano così a lungo dal campo. Mi ero appena fatto notare, e una volta finito “l’effetto Minozzi” volevo capire che giocatore ero. Quindi ho provato molto sconforto”. C’era chi addirittura temeva per la sua carriera. Ma lui no, come ammette al quotidiano: “No, anche se il dottor Mariani, che mi ha operato a Villa Stuart, mi ha confessato che in 40 anni non aveva mai visto un infortuno del genere in uno sportivo, ma solo in chi subisce un frontale in macchina… C’era una piccola possibilità che non sarei tornato, ma se ti fai prendere da questi pensieri non ne esci. Ci sono stati momenti duri. Ero arrabbiato con chiunque e non è stato piacevole per chi mi era vicino, ma il percorso era giusto e il ginocchio ha sempre risposto bene alle cure”.
Rugby Italia, la rinascita di Minozzi
Il ginocchio e non solo. L’altra sofferenza è stata guardare la nazionale italiana in Tv: “All’inizio, lo confesso, volevo cancellare il rugby. Magari andavo a vedere i miei compagni delle Zebre, ma solo per amicizia. Fra febbraio e marzo ho ricominciato ad allenarmi ed è tornata anche la voglia di guardare il Sei Nazioni”. Ora è pronto un nuovo Minozzi: “Non sarò più la stessa persona. Prima mi lamentavo della fatica, dei viaggi. Ora apprezzerò di più ogni momento. Ho acquisito una consapevolezza che prima, lo dico sinceramente, mi mancava. Ho imparato ad ascoltare il mio corpo, so come preparare una partita. Prima ero istintivo, ingenuo, mi sentivo intoccabile. Adesso so che possono succederti cose che non ti aspetti”.
Servirà una super Italia ai Mondiali: “E’ il girone più difficile che l’Italia abbia mai avuto. Dopo Namibia e Canada ci aspettano le due squadre più forti del mondo. Passare ai quarti sembra impossibile, ma stiamo lavorando per dare il meglio per 80 minuti. Poi, su una partita secca… Grazie al lavoro e alla fiducia anche l’impossibile può diventare possibile”.
P.C.
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