Roma, detenuto scappa dall’ospedale ‘Pertini’: è Vincenzo Sigigliano

Il 47enne Vincenzo Sigigliano, detenuto a Rebibbia, è scappato mentre stava per fare una visita. Ora è caccia all’uomo in tutta la Capitale.

Dalla tarda mattinata a Roma è caccia all’uomo dopo la fuga di un pregiudicato 47enne: Vincenzo Sigigliano era detenuto a Rebibbia, ma in mattinata era stato trasferito all’ospedale Sandro Pertini per una visita dopo aver accusato un malore.

Solo un espediente, però, perché Vincenzo Sigigliano una volta in ospedale è riuscito ad eludere la sorveglianza e scappare. Erano le 11.30 e da allora ha fatto perdere le tracce nonostante al momento della fuga avesse ancora le manette ai polsi. L’uomo le strade della Capitale le conosce molto bene perché pure essendo di origine napoletana vive da anni a Roma.

Al momento della fuga indossava una maglietta bianca, pantaloncini marroni e sottopantaloncini rossi. Inoltre è alto poco meno di 180 centimetri ed è calvo, con un filo di barba. Quando è scappato, era nella zona di via dei Monti Tiburtini, quella dell’ospedale, ma ora potrebbe essere ovunque. Per questo è caccia aperta con agenti sia per le strade strada che nei cieli con un elicottero della polizia. In particolare sono battute le zone dei Monti Tiburtini, ma anche di Pietralata e Casal Bruciato.

Sigigliano in zona potrebbe avere contatti e amicizie che ne favorirebbero la copertura e la latitanza, quindi ci sono controlli anche su quello. Le indagini serviranno anche a capire se il fuggitivo avesse già programmato la fuga oppure abbia approfittato di una distrazione.

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Vincenzo Sigigliano, arrestato in Messico per una truffa ingegnosa

Il nome di Vincenzo Sigigliano è legato ad una inchiesta della polizia messicana. Il 13 luglio scorso l’uomo era stato arrestato insieme a due complici a Morelia, nello Stato meridionale di Michoacán. Erano tutti sospettati di fare parte della “banda del trapano falso“.

In pratica compravano trapani, trivelle e saldatrici alle quali cambiavano il marchio ‘made in Cina’ applicando etichette di marche famose. Poi le rivendevano aumentando dieci volte il prezzo originario. All’epoca il quotidiano messicano ‘Reforma’ aveva spiegato che le truffe erano state commesse in diversi stati messicani ma anche in Honduras, Guatemala e Ecuador.

Vincenzo Sigigliano, insieme a Ferdinando Garofalo, Gennaro Cardone aveva rischiato di essere scarcerato e messo in libertà provvisoria. All’ultimo però la polizia locale era stata avvisata che due degli arrestati erano anche ricercati in Italia.

Così Sigiliano era stato estradato e rinchiuso a Rebibbia, accusato di falso ideologico e truffa. Inoltre di falsificazioni di carte di credito e documenti di identità. Ora però è fuori e in tutta Roma lo stanno ancora cercando.