Dieci anni fa Suzie Kennedy si è fatta conoscere da tutto il pubblico italiano in ‘Io e Marilyn’. Una somiglianza impressionante che la fa lavorare ancora oggi.
‘Io e Marilyn‘, ennesima replica della commedia di (e con) Leonardo Pieraccioni riporterà sul piccolo schermo anche Suzie Kennedy, in arte Marilyn Monroe. Perché la somiglianza tra la 42enne attrice inglese e l’icona del cinema mondiale è impressionante. Ed è anche stata la sua fortuna.
Suzie Kennedy, classe ’77, era già abbastanza famosa prima di essere scelta da Pieraccioni per il suo film. Grazie ad un fisico e a forme praticamente identiche a quelle di Marilyn Monroe, era riuscita a farsi largo con forza tra le migliaia di sosia dell’attrice americana.
Grazie alla sua bellezza, alle sue doti e alla voglia di applicarsi imparando ogni dettaglio sulla vera Marilyn, ci ha messo poco a farsi notare. Così è stata messa sotto contratto da un’agenzia e nel corso degli anni ha prestato il suo volto e il suo corpo a diverse campagne pubblicitarie importanti. É diventata testimonial, come finta/vera Marilyn, di marchi come Guinness, Pepsi, Citroën o Iberia Airlines.
Ma allo stesso modo è stata scelta per interpretare alcuni biopic, come ‘Who Killed Marilyn Monroe?’ nel 2003. Quello sul set con Leonardo Pieraccioni e gli altri attori del cast di ‘Io e Marilyn’ è stato il suo primo impegno importante in Italia, ma non l’unico. Anche da queste parti infatti ha recitato in spot televisivi. E ancora oggi è facilmente riconoscibile per strada, anche perché lei non fa nulla per nascondere la somiglianza.
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Suzie Kennedy, così ha conquistato Leonardo Pieraccioni
Ma come era stata scelta Suzie Kennedy per recitare accanto a Leonardo Pieraccioni nel suo nono film da regista e attore? L’aveva raccontato lui stesso all’epoca: “La cosa più bella è che l’ho trovata nella maniera più tecnologica e semplice possibile ovvero digitando su Google ‘sosia Marilyn Monroe’ e il primo nome che è uscito è il suo: Suzie Kennedy. Attenzione anche al cognome che è tutto un programma, anche perché non si tratta di un nome d’arte”. Ovvio il riferimento alla storia d’amore, mai confermata ma sulla bocca di tutto, tra Marilyn e John Fitzgerald Kennedy che all’epoca fece scalpore.
Prima di girare, l’attore toscano aveva dovuto far approvare la sceneggiatura alla Fondazione Strasberg, quella che cura i diritti d’immagine della Monroe. Qualche battuta cambiata, ma la sostanza del soggetto era piaciuta molto anche agli americani. Anche perché ad interpretarla c’era Suzie Kennedy. “Devo ringraziarla – aveva raccontato ancora Leonardo – perché nessuno come lei conosce Marilyn, fin nei più piccoli dettagli. Dalle pause alle pieghe del celebre vestito bianco”. Una passione che è diventata lavoro. E dura ancora oggi.