Andiamo a scoprire chi è stato Tommaso Buscetta, prima boss di Cosa Nostra e poi pentito che ha svelato i segreti dell’organizzazione criminale
Conosciuto da tutti come “Il Boss dei due mondi”, visto che la sua rete criminale si estendeva dall’ Europa al Sud America, conosceva tutto il mondo di Cosa Nostra. Tommaso Buscetta è stato il primo collaboratore di giustizia ed è stato il primo a velare i terribili meccanismi degli affari sporchi della malavita organizzata. Messo al centro di grandi svolte investigative e processuali, Buscetta è considerato dal mondo criminale come un vero e proprio “traditore”.
Chi era Tommaso Buscetta
Tommaso Buscetta era anche noto come don Masino. Nacque a Palermo il 13 luglio del 1928, mentre morì a New York il 2 aprile 2000. Per tutti viene ricordato come il grande pentito della Mafia, il primo a tradire Cosa Nostra.
Il boss dei due Mondi, è stato uno dei protagonisti delle investigazioni del giudice Giovanni Falcone. Con il giudice, Buscetta ha fatto uscire il tessuto malavitoso siciliano, da sempre insondabile e spettrale. Buscetta era l’ultimo di 17 figli, nato da una famiglia siciliana molto povera.
Durante la sua vita il boss si è sposato ben tre volte, e dai matrimoni ha avuto sette figli. La sua attività criminale è iniziata con dei piccoli furti , diventando anche noto nella sua città per esssere un “maesteo”, nella falsificazione di carte d’identità. Nel 1949, effettua il suo primo viaggio in Sud America, in Brasile, estendendo così per la prima volta la sua rete criminale. Qui aprì anche una vetreria, ma una volta fallità l’azienda, tornò miseramente a Palermo.
Tornato nella sua città natia, Buscetta inizia ad introdursi nel traffico di stupefacenti, al contrabbando di sigarette ed ai grandi delitti commissionati da La Barbera. Nel 1983 fu arrestato ed invitato dal giudice Falcone a diventare collaboratore di giustizia. Ma Buscetta rifiutò ed in questo periodo in carcere, tentò anche il suicidio. Più tardi però Don Masito ci ripensò e decise di collaborare con la giustizia, diventando testimone al maxiprocesso di Palermo del 1986.
Dopo gli attentati ai giudici Falcone e Borsellino, Buscetta rafforzò la sua posizione con la giustizia, e decise di parlare anche dei legami della Politica Italiana con Cosa Nostra. Così nell’estate del 1992, don Masito decise di tirare fuori i nomi degli onorevoli Salvo Lima e Giulio Andreotti. Proprio su quest ultimo, dichiarò che era il commissionario dell’omicidio al giornalista Mino Pecorelli.
Tommaso Buscetta morì nel 2000 a causa di un tumore, dopo aver passato dieci anni nell’anonimato. Infatti un chirurgo plastico, per difenderlo dagli attacchi della mafia, lo operò dandogli sembianze lontane da quelle originali.
La strage familiare subita dal boss
Tommaso Buscetta fu pesantemente colpito dalla mafia per la sua scelta di collaborare con la giustizia. I parenti di don Masito uccisi dalla mafia, sono ben unidici.
Due furono i figli sequestrati e strangolati da Cosa Nostra, Antonio e Benni nel 1982. Pochi mesi dopo, nello stesso anno, toccò al genero del Boss, Giuseppe Genova ed ai due nipoti Orazioe Antonio d’Amico.
Il 29 dicembre dello stesso anno fu assassinato il fratello di Tommaso, Vincenzo Buscetta, insieme al figlio. Due anni più tardi, la stessa triste sorte toccò al cognato di don Masito ed infine ai due amici Giuseppe Tramontana e Tommaso Romano.
L.P.
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