Confessione sull’aborto. Andrea Roncato, a 72 anni, racconta tutto il pentimento per una vecchia decisione mentre la fidanzata era in attesa. Forte e toccante testimonianza anche di Giulia Michelini, la quale però, alla fine, ha tenuto il bambino.
Andrea Roncato e Giulia Michelini, un aborto che ti cambia la vita. In un senso o nell’altro. Prima di agire e decidere, pensa: è questo il monito che lanciano i due VIP raccontando il loro personale vissuto.
La nota attrice, interpreta di Rosy Abate, è tornata sull’argomento ai microfoni di Vanity Fair: “Non ero la “figlia perfetta”: poco costante a scuola, irrequieta. I miei genitori, due magistrati penali che da Napoli si trasferirono a Roma, sono quelli che ti dicono “fai come vuoi”, ma se non fai come vogliono loro vivi di sensi di colpa”.
Abordo, la storia di Roncato e Michelini
Sul set da ben 15 anni e mamma da 12. La Michelini racconta la sua storia: “A 19 anni ero abbastanza confusa: avevo iniziato a recitare da poco, un membro dello staff di Muccino mi aveva notato fuori dalla palestra dove facevo ginnastica artistica e mi aveva convinto a fare dei provini; avevo da tempo una storia con un ragazzo, otto anni più grande di me, conosciuto a un corso di vela, che però era molto complicata. Quando ho scoperto di essere incinta, onestamente non pensavo di tenerlo”.
Poi il consiglio generale sovrastato dal suo coraggio: “Tutti, i miei genitori in testa, mi dicevano che mi sarei rovinata la vita. Ho preso l’appuntamento per interrompere la gravidanza, ma una volta lì, in quella stanza, ho cambiato idea. È una decisione che prendi in una frazione di secondo – tenerlo o non tenerlo -, dalla quale però parte un percorso a lungo termine, mille conseguenze che non puoi prevedere in quel momento”.
Roncato sull’aborto
E’ andata diversamente, invece, ad un altro personaggio della Tv: Andrea Roncato. Il 72enne emiliano ne ha infatti parlato così: “Aver abortito è stato l’errore più grande della mia vita, un figlio mi manca. Quando ero molto giovane, ho avuto la possibilità di diventare padre, e adesso sono diventato estremamente antiabortista. Ho fatto anche un libro per questo bambino che non è mai nato che si chiama T’avrei voluto. “T’avrei voluto volere quella volta che non ti ho voluto”, è l’ultimo verso di una poesia che ho scritto e che si chiama proprio T’avrei voluto
Il pentimento, oggi, è enorme: “Con la maturità ho capito uno dei più grandi errori che io abbia mai fatto, perché i figli vanno tenuti sempre e comunque. Ed è proprio per questo motivo che non smetterò mai di chiedere perdono a Dio”.
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