Dieta vegana ai bambini, arriva l’allarme degli esperti

Arriva l’allarme degli esperti dopo la diffusa ‘moda’ della dieta vegana nei bambini piccoli

Gli esperti dell’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica hanno dato un chiaro allarme dopo quanto successo al bambino di Nuoro. “La dieta vegana è sconsigliabile in età pediatrica, in quanto priva di vitamina B12, carente di ferro, vitamina D e calcio. La carenza di questi nutrienti può determinare alterazioni dello sviluppo neurologico del bambino, oltre che gravi anemie”. 

I genitori posso, in sostanza, prendere le decisioni che preferiscono per sé ma ai propri figli non si possono precludere determinati nutrienti. “Se i genitori intendono seguire questo tipo di dieta, occorre informarli del fatto che la dieta vegana deve assolutamente essere integrata con tutti questi nutrienti, già dalla gravidanza, ed è necessario essere monitorati dal punto di vista medico sugli aspetti più critici.

Il numero delle persone che abbracciano stili alimentari alternativi, e quindi che escludono alcune categorie di alimenti, come quello vegano, sono in aumento. Vi sono casi di intere famiglie che decidono di seguire modelli alimentari particolari che possono, soprattutto se non adeguatamente informate sui rischi e sulle necessità di integrazione, non soddisfare i fabbisogni nutrizionali dei singoli”. I medici devono premurarsi di informare i pazienti. “Per questo è importante, da parte del personale medico e sanitario che tiene in cura tali soggetti, vigilare e attivare un monitoraggio costante del loro stato di salute”.

Dieta vegana, anche le donne in gravidanza rischiano

Anche le donne in gravidanza, seguendo una dieta vegana, sono a rischio. “È importante che le donne vegane in gravidanza vengano messe a conoscenza dei rischi che corrono per la propria salute e per quella del feto. Rischi che permangono anche nelle fasi successive di allattamento e svezzamento del bambino. Il pediatra di famiglia svolge un ruolo fondamentale nell’individuare gli individui a rischio, monitorarli secondo le linee guida già emanate dalle società scientifiche internazionali e rivolgersi, laddove ritenuto necessario, agli specialisti”.

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M.D.G