Farmaci ritirati dall’AIFA, attenzione all’NDMA
Attraverso un comunicato ufficiale sul sito istituzionale dell’associazione del farmaco italiana, quest’ultima ha disposto il ritiro di alcuni farmaci. “L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha disposto il ritiro dalle farmacie e dalla catena distributiva di tutti i lotti di medicinali contenenti il principio attivo ranitidina prodotto presso l’officina farmaceutica SARACA LABORATORIES LTD – India”. Questo è quanto comunicato.
E’ stata una scelta precauzionale la loro, ai fini di fare i dovuti accertamenti e decretarne il verdetto, in positivo o in negativo. Tra i farmaci ritirati, ci sono 516 lotti di farmaci: 12 del Buscopan antiacido (compresse effervescenti da 75 mg), lo Zantac (compresse, compresse effervescenti, fiale e sciroppo). E ancora il Ranidil (fiale, sciroppo, compresse), Zentiva, Hexal iniettabile, Ulcex, Raniben. La lista completa è stata pubblicata sul sito ufficiale dell’AIFA.
Il motivo per cui sono stati ritirati è la presenza nei farmaci di NDMA una sostanza chimica organica “classificata come sostanza probabilmente cancerogena per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)”, rende noto il sito.
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Cos’è la NDMA? Perché i farmaci che la contengono sono stati ritirati?
La NDMA è una sostanza chimica organica anche detta ‘nitrosodimetilammina’. Inizialmente prodotta come come sottoprodotto di numerosi processi industriali, è una sostanza solubile in acqua, di colore giallo quasi inodore ed insapore. E’ stata classificata come cancerogena per l’uomo in quanto potrebbe apportare danni a fegato ed altri organi vitali. In laboratorio è utilizzata per creare il cancro nei topi da laboratorio per trovare cure contro di esso.
Nonostante la sua accertata tossicità, l’US Environmental Protection Agency ha stabilito una concentrazione massima ammissibile di NDMA nell’acqua potabile. Si tratta di è 7 ng / L, fino ad allora non dovrebbe risultare dannosa per l’uomo.
Spesso è stata utilizzata anche come veleno: nel 2013 uno studente di medicina appena laureato, fu avvelenato in Cina dal suo stesso compagno di stanza. Aveva messo NDMA nel refrigeratore d’acqua nel loro dormitorio, per ‘fargli uno scherzo’. Soltanto un anno fa si è scansato per poco il pericolo di un tentato avvelenamento alla Queen’s University.