Caso Vannini, spunta un misterioso fascicolo tenuto in custodia dai carabinieri di Ladispoli. Ulteriori approfondimenti stasera a ‘Chi l’ha visto’.
Passano gli anni, ma il caso Vannini si infittisce sempre di più. E sarà proprio questo uno degli argomenti di stasera al programma Chi l’ha visto. Spunta infatti un misterioso fascicolo sul 22enne morto nella notte fra il 17 e il 18 maggio del 2015. Il testo sarebbe stato custodito nella caserma dei carabinieri di Ladispoli, in cui si ipotizza un reato nei confronti di una prostituta.
Caso Vannini, la ricostruzione
Le domande sono due e sorgono spontanee: esiste davvero? E soprattutto, perché viene tirato fuori solo adesso? L’unica certezza è la dipartita del ragazzo dopo sofferenze atroci. “Mamma, questa sera resto a dormire da Martina”. E’ stata questa la sua ultima telefonata alla madre. Era appena rientrato da lavoro, poi l’incubo. Ossia un colpo di proiettile e la morte. Ancora ignari i motivi.
Diverse chiamate al 118, ma tante versioni differenti: prima la caduta nella vasca, poi una ferita con un pettine e infine un colpo da arma da fuoco erroneamente partito su disattenzione dello stesso ragazzo. In sottofondo, nel frattempo, si sentono i lamenti esasperati della vittima. Perché il proiettile ha colpito cuore e polmoni, facendogli perdere oltre due litri di sangue prima dell’arrivo dei soccorsi.
È tutta la famiglia Ciontoli a essere indagato, ma l’accusa più grave penderà sul capofamiglia, sottoufficiale della Marina Militare distaccato ai servizi segreti. L’accusa è di omicidio volontario. La Procura chiede 21 anni per Antonio Ciontoli e 14 per i familiari accusati di concorso in omicidio volontario. Pena confermata soltanto al primo grado, ma ridotta dalla Corte d’Appello a 5 anni per Antonio Ciontoli e 3 per il resto della famiglia.
La nuova ipotesi
Nel frattempo spunta una nuova ipotesi: a uccidere Marco Vannini sarebbe stato Federico Ciontoli e non il padre, il quale si sarebbe preso tutta la colpa per coprire il figlio su indicazione del Carabiniere indagato. Nonostante due processi e due sentenze, il caso presenta ancora un grosso mistero. Purtroppo resta una sola certezza: la morte di un giovane nel fiore degli anni.
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