Dopo l’apertura della Corte Costituzionale al suicidio assistito torna a parlare Matteo Salvini, che si schiera contro alla nuova legge
Nelle giornate precedenti c’è stata una svolta epocale in Italia, con l’apertura della Corte Costituzionale al Suicidio Assistito. Ma la nuova legge, non attira il consenso di tutti, e tra gli oppositori troviamo anche Matteo Salvini. Il leader del Carroccio ha aspramente criticato l’apertura della Corte Costituzionale, attraverso i microfoni ed i suoi canali social.
Ancora una volta salvini si dice contrario all’Eutana sia, ed afferma fieramente: “Il suicidio per legge non lo approverò mai“. Le parole del leader del Carroccio sono arrivate direttamente da Passignano sul Trasimeno, dove Salvini si trova per fare propaganda elettorale, in vista delle elezioni in Umbria. Salvini ha poi continuato dichiarando: “Parliamo con i medici, parliamo con le famiglie, per quello che mi riguarda la vita è sacra e lo Stato che legittima il suicidio, come altri progetti di legge, non è il mio Stato“.
Suicidio assistito, la compagna di Dj Fabo esulta
Se da una parte Matteo Salvini critica aspramente la proposta del suicidio assistito, dall’altra parte c’è chi ha vissuto l’esperienza sulla propria pelle. Stiamo parlando della compagna di Dj Fabo, Valeria Imbrogno.
Proprio Valeria, avendo visto la sofferenza del compagno, ha lasciato alcune dichiarazioni in mertrito all’apertura della Corte Costituzionale, affermando: “Adesso so che tutte le fatiche, la stanchezza e la sofferenza di Fabo non sono state inutili. Questa vittoria è per lui. E’ per un uomo che se n’è andato sapendo di aver tirato un pugno potente a un avversario assurdo. Il resto del match lo abbiamo vinto noi, tutti quanti assieme“.
Valeria Imbrogno ha poi ringraziato i giudici: “Ho avuto la netta sensazione che fossimo finalmente arrivati al punto. Ho sempre confidato nel fatto che i giudici fossero persone illuminate. Io sono serena, da sempre” – dice ancora – “Ciascuno è libero di usare la propria coscienza come meglio crede. Il limite, però, è non imporre agli altri le sue decisioni. E’ una regola semplice. Il corpo di Fabo era diventato una gabbia e lui ha vissuto in quella prigione per due anni e nove mesi, cieco, tetraplegico, con dolori inenarrabili e difficoltà crescenti ogni santo giorno. Se una persona in queste condizioni sogna di morire a casa sua trovo profondamente ingiusto che qualcun altro gli dica di no“.
Infine la compagna di Dj Fabo ha annunciato: “E’ stato ingiusto, finora, rischiare una condanna per aver accompagnato persone come lui a morire altrove. Se fosse qui gli direi: hai visto cosa siamo stati capaci di fare? Siamo riusciti a cambiare perfino la vita più bella del mondo“.
L.P.
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