Morto Giorgio Squinzi:a 76 anni se ne va il ‘Signor Mapei’, ex presidente di Confindustria e attualmente patron anche del Sassuolo in Serie A.
Morto Giorgio Squinzi: nel tardo pomeriggio di oggi a 76 anni se n’è andato uno degli imprenditori italiani più conosciuti. Da un paio di settimane era ricoverato all’Ospedale San Raffaele di Milano per l’aggavarsi delle sue condizioni. Lascia la moglie Adriana e i figli Marco e Veronica (44 e 43 anni) che da tempo sono già impegnati nella Mapei.
Proprio la sua azienda è stata anche tutta la sua vita. L’aveva fondata il padre Rodolfo nel 1937 e lui aveva raccolto l’eredità diventando amministratore unico. Nato a Cisano Bergamasco il 18 maggio 1943, Squinzi era anche stato presidente di Confindustria dal 2012 al 2016.
In più aveva ricoperto l’incarico di vicepresidente degli industriali con delega alla ricerca e all’innovazione. Ed era anche stato eletto presidente di Federchimica e vicepresidente di Assolombarda. Laureatosi in Chimica industriale all’Università Statale di Milanonel 1969, nel 2002 aveva anche ricevuto la laurea ad honorem in Ingegneria chimica dal Politecnico di Milano.
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Morto Giorgio Squinzi: il suo impegno nel mondo dello sport
Giorgio Squinzi però è stato anche molto legato al mondo dello sport. A cavallo tra gli anni ’90 e i primi di questo secolo è stato il patron di una delle squadre più forti nel ciclismo. La sua Mapei, diventata poi anche Mapei Quick Step, ha fatto la voce grossa soprattutto nelle Classiche del Nord. Vittorie incredibili come quelle con Franco Ballerini e Johan Museeuw, Paolo Bettini ma anche Andrea Tafi.
Ha mollato, disamorato anche per le pomemkiche legate al doping. Ma si è rifattoi vivo qualche anno dopo rilevando il Sassuolo Calcio, portato in Serie A. Nonostante la profonda fede milanista, ha scelto una squadra di provincia portandola nel calcio che conta nel 2013 con la storica promozione in Serie A.
Recentemente aveva spiegato così il suo amore per lo sport e il calcio in particolare: “I proprietari cinesi non possono avere lo stesso attaccamento che hanno avuto grandi uomini di sport come Moratti, Berlusconi o Viola”.