Poliziotti uccisi a Trieste, 23 colpi esplosi nella sparatoria in Questura

Poliziotti uccisi a Trieste, 23 colpi esplosi dal killer. La riscostruzione della sparatoria non placa le polemiche sulle fondine.

Poliziotti uccisi a Trieste, a 24 ore dalla morte di Pierliugi Rotta e Matteo Demenego emergono i primi dettagli. Secondo qauando ha riferito la Questura, Alejandro Stephan Meran fermato con l’accusa di duplice omicidio dei due agenti della questura di Trieste, avrebbbe utilizzato entrambe le pistole.

Il killer avrebbe scaricato completamente la pistola semiautomatica di Pierluigi Rotta, con quindici colpi sparati. Successivamente ha strappato dalla fondina anche l’arma di Demenego. In tutti 23 i colpi sparati in quelle fasi concitate, anche se alcuni sono stati sparati dai poliziotti per difendersi dal killer.

Pierluigi Rotta è stato raggiunto da due colpi di pistola, al lato sinistro del petto e all’addome. Demenego invece è stato colpito tre volte: al fianco sinistro, alla clavicola sinistra e alla schiena. Un terzo agente rimasto ferito sarà operato alla mano. Ma come ha confermato il questore di Trieste, Giuseppe Petronzi, non è in condizioni preoccupanti.

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Poliziotti uccisi a Trieste, la ricostruzione della sparatoria

Proprio il questore ha fatto chiarezza sulla dinamica dei fatti: “Per noi è abbastanza chiara. Tutto è avvenuto in uno spazio della Questura nel quale non c’erano altre persone se non le vittime e l’autore del fatto. Lui si è impossessato dell’arma e ha fatto fuoco. Azzardare ipotesi sarebbe poco serio e rispettoso”.

Il questore si riferisce alle polemiche scatenate sulle fondine dei due poliziotti e sulla facilitò con cui il cittadino dominicano le ha rubate. Il Sap (Sindacato autonomo di polizia) rilancia le accuse: “Ci sono stati problemi con le fondine. Al primo è stata sfilata la pistola perché aveva una fondina vecchia, quella in dotazione gli si era rotta. Al secondo agente ucciso, la fondina sarebbe stata strappata dalla cintura quando ormai era già in terra inerte”

Il dipartimento di Pubblica sicurezza non ci sta: “Sconcerta, a poche ore dall’evento, la sicumera con cui si traggono frettolose conclusioni sulla riferibilità dell’accaduto alla presunta inadeguatezza della fondina. In un giorno così drammatico ci si sarebbe aspettati, almeno da chi veste la stessa divisa, un rispettoso cordoglio per le vittime e le loro famiglie. Sconvolge che alcuni, al fine di ottenere visibilità, speculino sulla morte dei colleghi caduti in servizio”.

Intanto oggi a Trieste si è svolta una prima cerimonia per ricordare le vittime. Alle 12.30 davanti alla Questura sono arrivati i mezzi delle forze dell’ordine che si sono schierati davanti al Teatro romano. All’ingresso aspettavano tutti i colleghi e i familiari delle due vittime. Passati trenta secondi di silenzio, un lungo applauso. In funerali di stato invece potrebbero essere martedì prossimo, 8 ottobre.