Donald Trump all’Onu, dura presa di posizione contro l’ondata abortista in tutto il mondo. E lancia una campagna a favore della vita.
Donald Trump all’Onu per sostenere i movimenti pro-vita. Nell’ultima Assemblea generale delle Nazioni Unite non è stato affrontato soltanto il problema del clima e del surriscaldamenbto. Altro tema caldo infatti è quello della vita e della sua salvaguardia, perché crescono in tutto il mondo i favorevoli ad un aborto più facile.
Così il presidente degli Usa ha preso ufficialmente posizione. “Come molte nazioni che sono rappresentate qui oggi – ha detto – noi in America crediamo che ogni bambino, nato e non nato, sia un dono sacro di Dio”. Inoltre ha ricordato a chi appoggia le campagne pro aborto, anche a livello legislativo, che non possono toccare la sovranità delle nazioni. Se loro vogliono proteggere una vita innocente possono farlo.
Leggi anche: Tredicenne incinta, aborto pericoloso per la mamma e la bimba muore subito
Donald Trump all’Onu difende la vita, le parole del Cardinale Parolin
Un principio previsto già nel Programma d’azione della Conferenza internazionale delle Nazioni Unite sulla popolazione e lo sviluppo del 1994 al Cairo. In quella occasione i Paesi hanno stabilito una regola chiara. Qualsiasi misura o modifica relativa all’aborto all’interno del sistema sanitario può essere determinata solo a livello nazionale o locale. Quindi in materia, ogni Paese è sovrano.
Una posizione che in effetti è comune in quasi tutti i 121 Paesi attualmente rappresentati
tra gli Stati membri delle Nazioni Unite. Limitano l’aborto e proibiscono quello su richiesta, o derivamnte da motivi sociali ed economici. Trump ha ribadito ancora una volta in questa sede che “gli americani non si stancheranno mai nemmeno di difendere la vita innocente”.
All’Asseblema delle Nazioni Unite però il partito pro aborto ha spinto per includere quelle spese nell’ambito dell’assistenza sanitaria di base, come componente della copertura sanitaria universale. Ed è stata presentata una richiesta per garantire entro il 2030 l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva.
Una posizione contestata dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede:
“Il diritto alla salute è universalmente riconosciuto come un diritto umano fondamentale. Ed è inteso come comprendente la salute della persona nel suo insieme e di tutte le persone durante tutte le fasi di sviluppo della loro vita. Il diritto alla salute è quindi indissolubilmente legato al diritto alla vita. Non può mai essere manipolato come una scusa per porre fine o disporre di una vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. “