Kim Phuc: chi è l’attivista per i diritti umani nota come ‘Napalm girl’

Kim Phuc: chi è l’attivista per i diritti umani nota come ‘Napalm girl’ e cosa le è accaduto, storia di una fotografia e di una battaglia.

(GEOFFROY VAN DER HASSELT/AFP via Getty Images)

Classe 1963, Kim Phuc è nota come la ‘Napalm Girl’: un appellativo che a lei non piace perché le ricorda un trauma. Infatti è lei la bambina al centro di una foto divenuta famosa in tutto il mondo: ritrae un gruppo di bambini del Vietnam del Sud che scappano da un bombardamento con il napalm. A bombardare, contrariamente a quanto si crede, non furono le forze aeree Usa, ma quelle del Vietnam del Sud. All’attivista per i diritti umani, vittima innocente della guerra del Vietnam all’età di nove anni, è ispirata anche Kim Foundation International.

Chi è Kim Phuc e cosa le è accaduto

Ricostruiamo, con l’ausilio proprio delle notizie fornite dalla Kim Foundation International, cosa è accaduto quasi 50 anni fa all’allora bambina Kim Phuc. L’8 giugno 1972, il villaggio di Kim – Trang Bang – venne attaccato da aerei del Vietnam del Sud. Questi gettarono erroneamente il napalm su una pagoda buddista in un’area in cui i vietnamiti del nord si stavano infiltrando. Mentre correva per mettersi in sicurezza con altri bambini, Kim fu gravemente ustionata dal napalm. Divenne immediatamente il simbolo di una guerra fratricida e dell’orrore dei bombardamenti sui bambini.

La famosa fotografia di Kim Phuc scattata dal fotografo AP vincitore del Premio Pulitzer, Huyng Cong Nick Ut, è la prova della crudeltà della guerra contro le vittime infantili. Ancora oggi è un simbolo della sofferenza civile non solo nella guerra in Vietnam, ma in tutte le guerre. Kim ha sofferto per molti anni di una dolorosa terapia per curare le ustioni. Ma divenuta adulta ha sempre desiderato aiutare altri bambini che sono stati vittime della guerra. La Kim Foundation International – ispirata a lei – ha lo scopo di puntare alla guarigione del mondo.

La storia di una fotografia, ma non solo

A salvare la vita di Kim Phuc, all’epoca, fu proprio il fotografo Nick Ut, appena 21enne. Qualche tempo dopo, racconterà: “Se non l’avessi aiutata, se le fosse successo qualcosa e fosse morta, penso che sarei arrivato a uccidermi”. La vicenda della Napalm girl non si ferma a quella foto o meglio a lungo ne condiziona la vita. Il regime comunista, infatti, la usa come simbolo, questo a lei non va bene. Così, nel 1989, approfittando di una sosta tecnica a Toronto durante un viaggio dal Vietnam a Cuba, Kim Phuc e suo marito chiedono asilo politico al Canada.

Da quel momento in poi, la giovane donna in più occasione incontra il fotografo che ha salvato la vita – e che involontariamente ha contribuito a rendere famoso. I due sono stati anche ricevuti, ad esempio, dalla Regina Elisabetta a Londra. Celebri diventano anche i discorsi dell’attivista, come quello del 2004 all’Università del Connecticut, dove ha parlato della sua vita ed esperienza, insegnando a essere “forte di fronte al dolore” e in che modo compassione e amore l’hanno aiutata a guarire. Ambasciatrice dell’UNESCO, ha ottenuto diverse lauree honoris causa in molte università del mondo. Nel 40° anniversario di quella foto vincitrice del Premio Pulitzer nel settembre 2012, Nick Ut è diventato la terza persona introdotta nella Leica Hall of Fame per i suoi contributi al fotogiornalismo. I due sono amici da molto tempo e lavorano insieme per promuovere la pace.