Amazzonia, Papa Francesco esorta tutti a fare di più e subito. E’ questo il messaggio che il Pontefice regala a tutti i presenti all’apertura del Sinodo. Di seguito le sue parole.
Amazzonia, Papa Francesco torna a parlare della situazione. Il Pontefice ha aperto la messa del Sinodo pensando ai popoli dell’America Latina e non solo. Le tantissime persone che ancora popolano la Foresta Amazzonica stanno soffrendo i grandi incendi di queste settimane. La punta dell’iceberg di centinaia di anni di soprusi e di sfruttamento ai danni dell’ambiente e delle persone. Di seguito le dichiarazioni del Papa.
Amazzonia, Papa Francesco: “Rispettiamo la cultura dei popoli”
“Allora ravvivare il dono nel fuoco dello Spirito è il contrario di lasciar andare avanti le cose senza far nulla. Ed essere fedeli alla novità dello Spirito è una grazia che dobbiamo chiedere nella preghiera. Egli, che fa nuove tutte le cose, ci doni la sua prudenza audace; ispiri il nostro Sinodo a rinnovare i cammini per la Chiesa in Amazzonia, perché non si spenga il fuoco della missione.
Quando senza amore e senza rispetto si divorano popoli e culture, non è il fuoco di Dio, ma è il fuoco del mondo. Eppure quante volte il dono di Dio non è stato offerto ma imposto, quante volte c’è stata colonizzazione anziché evangelizzazione! Dio ci preservi dall’avidità dei nuovi colonialismi. Il fuoco appiccato da interessi che distruggono, come quello che recentemente ha devastato l’Amazzonia, non è quello del Vangelo”.
La seconda parte del Sinodo
“Annunciare il Vangelo è vivere l’offerta, è testimoniare fino in fondo, è farsi tutto per tutti, è amare fino al martirio. Ringrazio Dio, perché nel Collegio Cardinalizio ci sono alcuni fratelli cardiali martiri, che hanno saggiato, nella vita, la croce del martirio. Infatti, sottolinea l’Apostolo, si serve il Vangelo non con la potenza del mondo, ma con la sola forza di Dio: restando sempre nell’amore umile, credendo che l’unico modo per possedere davvero la vita è perderla per amore.
Tanti fratelli e sorelle in Amazzonia portano croci pesanti e attendono la consolazione liberante del Vangelo, la carezza d’amore della Chiesa. Tanti fratelli e sorelle in Amazzonia hanno versato la loro vita. Permettetemi di ripetere le parole del nostro amato cardinale Hummes, che quando arriva in quelle piccole città dell’Amazzonia, va nei cimiteri a cercare la tomba dei missionari. Un gesto della Chiesa per coloro che hanno versato la vita in Amazzonia. E poi, con un po’ di furbizia, dice al Papa: “Non si dimentichi di loro! Meritano di essere canonizzati”. Per loro, per questi che stanno dando la vita adesso, per quelli che hanno versato la propria vita, con loro, camminiamo insieme”.