Evasione fiscale, il presidente ISTAT: “Livelli critici in Italia”

Evasione fiscale, Gian Carlo Blangiardo ha esaminato la situazione in cui versa il nostro Paese. Il presidente dell’ISTAT ha parlato dell’enorme evasione fiscale. 

Evasione fiscale, il presidente dell’ISTAT Gian Carlo Blangiardo ha esaminato la situazione. Nell’amplio quadro della manovra di crescita che si pone come obiettivo la crescita del PIL, aumentato dello 0,1%, il presidente ha analizzato quanto sta accadendo. In particolare Blangiardo fa risalire la crescita del PIL, seppur piccola, ai nuovi dazi doganali minacciati dagli Stati Uniti.

Inoltre, cifra alla mano, il numero uno dell’istituto conferma che in Italia l’evasione fiscale è un problema ancora enorme che sta creando danni davvero enormi al sistema. L’ex professore ordinario di Demografia all’Università di Milano, infatti, quantifica dei danni davvero molto importanti su tutti i livelli causati da questo ormai vetusto fenomeno. Di seguito le sue dichiarazioni durante l’audizione parlamentare sulla NaDef, la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, riporta Repubblica.

Evasione fiscale, il presidente ISTAT: “Livelli critici”

“I numeri mostrano la persistenza di livelli elevati di evasione fiscale e contributiva, aspetti critici per il rafforzamento della capacità competitiva e di crescita del nostro Paese e per l’efficacia e l’equità delle politiche pubbliche. 

Per quanto riguarda il lavoro, pur in una fase di debolezza dell’economia, gli indicatori del mercato del lavoro dal lato dell’offerta hanno mantenuto un’intonazione positiva. Secondo la rilevazione sulle forze di lavoro, nel secondo trimestre del 2019 il numero di persone occupate è cresciuto in termini congiunturali di 130 mila unità (+0,6%) e il tasso di occupazione è salito di 0,3 punti (59,1%). 

Le maggiori vulnerabilità presenti sul mercato del lavoro italiano sembrano riguardare prevalentemente le donne, i giovani e il Mezzogiorno. Nel nostro paese ancora solo il 56,2% delle donne partecipa al mercato del lavoro e il tasso di occupazione non supera il 50%.

Si tratta dei valori tra i più bassi, insieme a quelli della Grecia, tra i paesi dell’Unione Europea dove il tasso di attività è pari al 68,3% e quello di occupazione al 63,4%. Il ruolo ricoperto in famiglia, in assenza di un adeguato sistema di sostegno, appare come uno dei fattori discriminante (insieme alla regione di residenza e al titolo di studio)”. 

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Sui dazi doganali americani e la ripercussione nel mercato italiano

“L’imminente introduzione di nuovi dazi all’importazione negli Stati Uniti significa molto per noi. Secondo una logica di tipo selettivo differenziata per tipologia di prodotti a seconda del paese Ue di provenienza, impatta in modo significativo su un numero limitato di prodotti di eccellenza della nostra filiera agro-alimentare. Il valore economico di questi prodotti ammonta nel 2018 a circa 400 milioni di euro, che incidono per meno dell’1% sull’export nazionale verso gli Usa. Rappresentando quasi il 10% del valore economico delle vendite di prodotti alimentari italiani negli Usa.

Le regioni che si caratterizzano per un maggiore peso di questi prodotti, sia rispetto all’export complessivo che a quello specifico dei prodotti alimentari verso gli Usa, sono le seguenti. La Sardegna (quasi il 10% dell’export totale, oltre l’80% su quello alimentare), la Valle D’Aosta (1,4% e oltre il 40%), l’Emilia Romagna (1,6% e oltre il 20%). Poi la Lombardia (meno dell’1% e più del 15%). Seguono, con un peso dei prodotti oggetto di nuovi dazi sul totale dei prodotti alimentari esportati compreso tra il 5% ed il 10%, Calabria, Lazio, Piemonte, Veneto e Campania”.