Frank Vandenbroucke: successi e tragica morte del ciclista belga

Chi era Frank Vandenbroucke: successi e tragica morte del ciclista belga, la cui vicenda personale viene paragonata a quella di Marco Pantani.

(CAROL VERSTRAETE/AFP/Getty Images)

Voleva essere il successore del ‘cannibale’ Eddy Merckx il ciclista belga Frank Vandenbroucke. Il 12 ottobre di 10 anni fa, è stato trovato morto in una stanza d’albergo in Senegal. A lui è oggi dedicata la Binche – Chimay – Binche, una gara ciclistica che si svolge in Belgio nei giorni dell’anniversario della sua morte. Le circostanze della morte di Vandenbroucke durante le vacanze in Africa furono quasi confuse quanto gli ultimi 10 anni della sua caotica vita contaminata dalla droga.

Come è morto il ciclista Frank Vandenbroucke

I primi resoconti dicevano che un’embolia polmonare era una possibile causa della sua morte. Ma c’erano anche voci secondo cui Vandenbroucke avrebbe potuto essere vittima di una rapina che è diventata violenta. C’è chi sostenne che aveva bevuto molto. Altri ancora che tre tipi di farmaci – un ansiolitico, insulina e sonniferi – sono stati trovati vicino al suo comodino. Una morte che ricorda per molti versi quella di Marco Pantani, avvenuta il 14 febbraio di 5 anni prima. Come Pantani in Italia, VDB è stato venerato nel suo paese come una superstar sportiva. Come il ciclista romagnolo, anche il belga ha dovuto fare i conti con sconfitte e delusioni. Fino appunto al triste epilogo della sua morte.

L’inizio molto promettente della carriera di Vandenbroucke ha eguagliato anche quello di Pantani. Nato a Mouscron nel 1974, è diventato professionista a 19 anni e quasi immediatamente ha collezionato vittorie in eventi prestigiosi come Parigi-Nizza e Het Volk. Il più grande successo del belga arrivò nella Liegi-Bastogne-Liegi, la grande classica delle Ardenne, edizione 1999. Vandenbroucke era così fiducioso della vittoria che aveva detto ai giornalisti in anticipo il punto esatto in cui avrebbe effettuato il suo attacco vincente in gara. Aveva 25 anni e un futuro davvero promettente. Ma piuttosto che la vittoria che funge da trampolino di lancio per la sua carriera, quella classica divenne un amaro promemoria dello spreco del suo enorme talento.

La caduta del ciclista belga

Nello stesso anno la lunga storia di abuso di droghe di VDB iniziò ad avere conseguenze per la sua carriera. Tre anni dopo, nel 2002, è stato sospeso per sei mesi per essere risultato positivo a una sostanza vietata. Lo stesso anno della vittoria alla Liegi-Bastogne-Liegi il suo nome venne collegato a un’oscura vicenda di doping. Vandenbroucke ha successivamente ammesso che in questo periodo, oltre all’EPO, che aumenta le capacità di trasportare ossigeno nel sangue e gli steroidi, aveva regolarmente usato anfetamine e sonniferi. Dormiva anche per 5 giorni consecutivi. Da quel momento in poi, la caduta fu inarrestabile, direttamente proporzionale alle scuse surreali per il suo uso di droghe.

La sua spiegazione più famosa alla polizia era che i suoi farmaci erano farmaci per il suo cane. In realtà, come ha detto al quotidiano belga Le Soir in una delle sue ultime interviste, “le droghe erano lì per aiutarmi a dimenticare. Fuori dalle corse, avrei usato le anfetamine dalla mattina alla sera. Disconnettevo il telefono, uscivo di casa senza dirlo a nessuno, andavo a pescare per 20 giorni consecutivi”. Tentò due volte il suicidio, al secondo tentativo, Vandenbroucke fu ricoverato in un ospedale psichiatrico per diversi mesi. Dopo la sua uscita, ha compiuto l’ennesimo tentativo di tornare al ciclismo professionistico. La sua ultima apparizione prima della triste morte in Senegal avvenne ai Campionati del Mondo di Mendrisio, inviato per un giornale belga.