Capitano Ultimo: storia dell’uomo che arrestò Totò Riina

Capitano Ultimo: chi è il carabiniere Sergio De Caprio, storia dell’uomo che arrestò Totò Riina, la passione civile, la vicenda della scorta.

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A capo dell’unità Crimor dei Carabinieri, Sergio De Caprio, noto a tutti come il Capitano Ultimo, è conosciuto soprattutto per aver arrestato Totò Riina nel 1993. In realtà, gran parte del suo personaggio si deve a una fiction interpretata da Raoul Bova nel 1998. Successivamente vennero realizzate altre 5 miniserie televisive sull’argomento. Nella finzione, il Capitano Ultimo si chiama Roberto Di Stefano. Al carabiniere, sono dedicati anche due volumi scritti da Maurizio Torrealta e Pino Corrias, tra i migliori saggisti italiani.

Chi è il Capitano Ultimo: l’impegno nell’Arma, le minacce e la revoca della scorta

Una delle caratteristiche di Capitano Ultimo è la sua scelta di apparire in pubblico con una bandana mimetica che gli copre quasi interamente il volto. Si tratta dell’ufficiale dei Carabinieri che materialmente mise le manette ai polsi a Totò Riina. Era il 15 gennaio 1993, appena pochi mesi dopo le stragi di Capaci e Via d’Amelio. Sulla vicenda dell’arresto del boss, diverse e contrastanti sono state le ricostruzioni. In particolare, De Caprio insieme al colonnello Mori furono assolti solo nel 2006 dalle accuse di aver tardato la perquisizione del covo dove Totò Riina si nascondeva. Il CRIMOR viene sciolto nel 1997, ma il militare resta nel ROS, da cui chiede il trasferimento nel 2000.

Fa quindi parte del NOE e successivamente dei servizi segreti, entrando nel 2016 all’Aise. In questi anni, è stato al centro di diverse polemiche, ma soprattutto è stato potenziale vittima di attentati di stampo mafioso. Sono infatti diversi i collaboratori di giustizia che hanno parlato di progetti per uccidere il Capitano Ultimo. La sua figura ha ispirato inoltre molte persone, che lo vedono come un punto di riferimento. Coinvolto in diversi processi proprio per il suo ruolo di militare, ne è sempre uscito assolto. Di recente, è stato al centro di una dura polemica per la scelta di revocargli la scorta. Una scelta che sebbene osteggiata da più parti, non è stata di fatto ancora formalmente revocata. Durissimo il suo affondo su Twitter dopo l’avvio della procedura: “La mafia non c’è più, è stato un gioco. Ultimo in fondo se l’è cercata e basta indagini, non servono più”.