Siria: i curdi denunciano la fuga di “affiliati Isis”, scappati dal campo profughi, appello di Papa Francesco per la pace e la fine degli attacchi.
Papa Francesco ha fatto appello per un nuovo sforzo di dialogo dopo che le forze statunitensi si sono ritirate dalla Siria nord-orientale, aprendo la strada all’offensiva turca contro i curdi siriani. Il Pontefice ha affermato che civili tra cui famiglie cristiane “sono stati costretti ad abbandonare le loro case a seguito di un’azione militare”. Intanto, i curdi sottolineano come centinaia di profughi, ritenuti “affiliati all’Isis”, siano fuggiti da un campo nel nord della Siria.
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Le ultime dalla Siria: continuano i bombardamenti, “affiliati Isis” in fuga
Si stima che 785 persone siano fuggite in mezzo a un’offensiva turca nella zona, con molte forze di guardia kurde costrette a lasciare le postazioni per unirsi ai combattimenti. L’amministrazione a guida curda della Siria settentrionale ha affermato che “mercenari” hanno attaccato il campo di Ain Issa dove “elementi Daesh” hanno a loro volta attaccato le guardie del campo e aperto le porte. C’è uno stato di “anarchia” all’interno del campo, secondo il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani Rami Abdulrahman, citando fonti all’interno della struttura di detenzione. Nel campo profughi ci sarebbero 12mila persone, un migliaio dei quali – donne e bambini – congiunti di affiliati all’Isis.
Funzionari curdi inizialmente hanno detto che alcuni membri delle famiglie dell’Isis sono riusciti a fuggire dal campo dopo che è stato bombardato facendo avanzare le forze ribelli turche e siriane, confermando in seguito che centinaia di persone erano fuggite. Un funzionario delle forze democratiche siriane (SDF) in seguito ha avvertito di non avere numeri sufficienti per sorvegliare il campo. “La protezione è molto debole ora”, ha detto Marvan Qamishlo di SDF. Il campo, situato a circa 50 km a nord di Raqqa, avrebbe richiesto 1.500 guardie, ha detto, avvertendo: “Non abbiamo questo numero sufficiente”. La situazione è di allarme, come suggeriscono le parole della direttrice responsabile di Save the Children in Siria Sonia Khush. Questa ha affermato: “Ancora una volta, chiediamo urgentemente ai governi stranieri di rimpatriare i propri cittadini mentre possono. L’opportunità sta rapidamente svanendo”.
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Le parole del Papa e l’allerta terrorismo in Europa
Le conseguenze di quanto sta avvenendo sono difficilmente immaginabili. Donald Trump afferma che i restanti combattenti dell’Isis “scapperanno in Europa” durante il conflitto tra Turchia e Siria. Nel frattempo, Papa Francesco all’Angelus ha esortato la comunità internazionale a lavorare con “sincerità, onestà e trasparenza” per trovare “soluzioni efficienti”. Sul fronte Usa, il presidente Donald Trump ha ricevuto ampie critiche dalla sua base evangelica cristiana per aver rimosso le forze statunitensi dalla Siria nord-orientale. I critici affermano che ha messo a repentaglio la vita degli alleati curdi siriani che hanno contribuito a far crollare il gruppo dello Stato islamico in Siria. Trump difende la mossa come adempimento una promessa della campagna di portare a casa le truppe statunitensi.
Le Nazioni Unite affermano che almeno 130.000 persone sono state sfollate a causa dei combattimenti nella Siria nord-orientale, nel frattempo l’amministrazione locale a guida curda ha avvertito di un “disastro umanitario” poiché gli aiuti e la consegna di servizi nel nord della Siria sono ostacolati dai combattimenti. I combattimenti hanno raggiunto l’autostrada principale che collega Hassakeh, una grande città e un centro logistico, e Ain Eissa, il centro amministrativo delle aree a guida curda. Infine si apprende che è stata giustiziata Hevrin Khalaf, in prima linea per i diritti delle donne curde.