Crollano i prestiti delle banche alle imprese italiane

Secondo l’ultimo rapporto di Unimpresa, nell’ultimo anno lo stock di finanziamenti alle imprese societarie da parte delle banche, è sceso di 46 miliardi

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Banche, crollano i prestiti alle imprese italiane

Ancora una volta, chiudono i rubinetti le banche italiane, con un crollo di ben 51 miliardi di euro di prestiti alle aziende italiane negli ultimi 12 mesi. Infatti, proprio lo stock di finanziamenti alle imprese italiane, è sceso di 46 miliardi. Si è così passati da 696 miliardi a 650 miliardi. Diminuiscono anche i crediti alle imprese familiari, di ben 6 miliardi, passando da 83 a 77 miliardi.

Crescono leggermente invece i prestiti alle famiglie italiani, con un valore che aumenta di ben 9 miliardi, passando da 536 miliardi a 545 miliardi. Questi dati sono venuti fuori dall’ultimo rapporto mensile sul credito del Centro studi di Unimpresa. Sempre secondo Unimpresa, le sofferenze nette, sono calate di 8 miliardi, raggiungendo quota 32 miliardi.

A commentare l’ultimo rapporto ci ha pensato il vicenpresidente di Unimpresa, Andrea D’Angelo, che ha affermato: “Purtroppo le banche italiane, anche negli ultimi 12 mesi, hanno confermato la tendenza ad aver messo in secondo piano, se non abbandonato, l’attività tradizionale ovvero finanziare la cosiddetta economia reale“. Sempre il vice-presidente ha poi continuato: “Adesso ci preoccupa la prospettiva di tassi negativi sui depositi che potrebbe aumentare significativamente il costo dei rapporti con le banche. Il nostro sistema economico non è ancora pronto a utilizzare alternative a quella bancaria“.

Sui prestiti delle banche pesano i finanziamenti alle aziende

A pesare pesantemente sul calo dei prestiti delle banche, sono i finanziamenti alle aziende, sia alle imprese familiari, sia  a quelle societarie. Così queste aziende hanno visto un calo di ben 51 miliardi di euro.

Mentre i prestiti a famiglie e imprese sono diminuiti complessivamente di 43 miliardi di euro, sono leggermente cresciuti i prestiti alle famiglie di 9 miliardi. Mentre invece le sofferenze nette sono scese di 8 miliardi da 40 miliardi a 32 miliardi. Per quanto riguarda la raccolta, invece, le banche hanno assistito a una crescita del 6% complessiva delle somme detenute sui loro depositi da tutte le categorie di clienti: in totale, sui depositi risultano 1.481 miliardi in aumento di 91 miliardi (più 6%) rispetto ai 1.390 miliardi di agosto 2018.

Si presta grandissima attenzione, soprattutto ai conti correnti, dopo l’annuncio di un importante gruppo bancario intenzionato ad applicare tassi negativi sui saldi superiori a 100.000 euro. L’obiettivo è quello di trasferire con maggiore efficacia le decisioni di politica monetaria della Banca centrale europea; sui conti correnti sono depositati ben 1.168 miliardi da parte della clientela bancaria, un dato in crescita di 88 miliardi (più 8%) in un solo anno.

A rendere meno rischioso l’investimento nel debito pubblico italiano, ci ha pensato la diminuzione dello spread. Per questo motivo, le banche hanno aumentato la sottoscrizione di bot e btp. Così gli istituti hanno velocemente comprato sia sul mercato secondario le obbligazioni del Tesoro già in circolazione, sia sottoscrivendo le nuove emissioni alle aste.

L.P.

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