Tutto sul glifosato, la sostanza usata nei pesticidi che starebbe uccidendo milioni di persone. Fu introdotta nel 1974, e ha portato enormi vantaggi economici e pratici.
Il glifosato è una sostanza attiva usata nei pesticidi, introdotta in agricoltura nel 1974. E’ considerato uno dei più efficaci anche perché ha un grande vantaggio: le coltivazioni geneticamente modificate riescono a resistergli. Così introdotto sul mercato col nome Roundup dall’azienda Monsanto, ottenne subito una rapida ascesa con eccellenti riscontri economici.
Il glifosato viene applicati in genere prima della semina, come trattamento essiccante prima della raccolta per accelerare il processo di maturazione. Sembrava tutto sano e perfetto, con la possibilità di facilitare il lavoro e aumentare la rosa dei campi. Poi l’allerta dell’arc, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro: il glifosato è probabilmente cancerogeno.
Glifosato, storia e controindicazioni
Ma da quel momento, ossia il 2015, sono arrivate una serie di controindicazioni che non hanno mai fatto davvero chiarezza. Mentre infatti l’arc propendeva per tale teoria, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare è stata invece più rassicurante a proposito di questa sostanza. Il Parlamento europeo ha ordinato uno studio speciale per accertarne la pericolosità o meno, e nel frattempo in Italia è consentito ma rispettando delle forte limitazioni rispetto al passato.
Alla fine anche la Commissione europea poi è apparsa piuttosto serena, decidendo di confermare il rinnovo per l’utilizzo per altri cinque anni. Il problema è che, parallelamente, associazioni ambientaliste si sono continuate a battere ininterrottamente per sospenderne l’utilizzo. Questi gruppi, infatti, erano e sono certi delle controindicazioni. Il prodotto starebbe inquinando gravemente falde acquifere, portando anche danni di salute attraverso la frutta e la verdura che nasce da queste terre.
Gli ultimi casi
Pressioni che probabilmente hanno aiutato a far emergere la realtà. Nel 2018, infatti, per la prima volta l’azienda fu condannata a pagare 289 milioni di dollari a un uomo, il quale aveva mosso contro la società sostenendo che il loro prodotto gli aveva causato il cancro. Un anno più tardi, arriva un’altra condanna per la multinazionale: fu considerata nuovamente causa di un tumore che colpì un 70enne, portando nuovi danni pecuniari. Eppure, nonostante tutto ciò, nel maggio 2019, con una nota ufficiale, l’Agenzia per l’ambiente Usa ha affermato che il glifosato non è cancerogeno.
L’attuale approvazione del glifosato scade il 15 dicembre 2022, e a breve le parti torneranno sulla vicenda. La nuova conferma, per regolamento, deve arrivare almeno tre anni prima, e quindi appunto il 2019. Se ne occuperà in particolare l’EFSA, responsabile a livello Europeo delle sostanze attive utilizzate nei prodotti fitosanitari.
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